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Ventitré minuti e un'occasione da gol: la gara di Dodô

di Emanuele Melfi

Una Roma in piena emergenza quella che si è presentata a Catania per affrontare la squadra di Maran. Orfana di Totti, con Osvaldo e Pjanic out, Zeman si affida a Lamela, Destro e - a sorpresa - Marquinho. Proprio al posto del brasiliano, nel finale, il boemo schiera come esterno d'attacco un altro brasiliano: Dodô. Ruolo inedito per il giovane giallorosso, che quest'anno ha trovato ancora poco spazio nella rosa dei titolari.

Ventitré minuti giocati con discreta intensità cercando sempre il fondo per il cross o l'inserimento in area. Il numero 27 romanista, però, è entrato in un momento particolare del match: i giallorossi sembravano ormai spenti e non riuscivano più a fare possesso palla, mentre il Catania riusciva a controllare senza troppi problemi. Dodô si è liberato dell'uomo spesso sfidandolo nell'uno contro uno (ma i centrocampisti rossoblù andavano a raddoppiare la marcatura) affidandosi alle sue qualità tecniche, ma i compagni, soprattutto il greco Tachtsidis, lo hanno cercato spesso con lanci a scavalcare la linea difensiva dei siciliani. Da segnalare un bellissimo spunto sulla sua fascia di competenza a due minuti dal termine: saltati Bellusci e Legrottaglie con un colpo di tacco, mette in mezzo per l'accorrente Destro che però non riesce ad arrivare puntuale all'appuntamento con il pallone. Ma l'occasione più ghiotta per il pareggio capita proprio sui piedi del giovane brasiliano nei minuti di recupero: Bradley lo cerca in area, Dodô mette a terra il pallone col petto e calcia a botta sicura disturbato da Barrientos, ma Andujar è bravo a sbarrargli la strada.


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