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Villarreal, il Submarino Amarillo con un po' di tricolore

di Gabriele Chiocchio
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio

Tredici anni dopo, sarà di nuovo Villarreal: i giallorossi tornano ad affrontare il Submarino Amarillo dopo l’incrocio del 2004 a livello di ottavi di finale dell’allora Coppa UEFA, quando la squadra allenata da Fabio Capello fu eliminata dopo la sconfitta per 2-0 al Madrigal e la vittoria per 2-1 allo Stadio Olimpico. Non un avversario semplice e storicamente mortifero per le italiane, sempre uscite contro il Villarreal nei doppi confronti a eliminazione diretta: Torino (2002) e Brescia (2003)  vittime in Intertoto, Roma (2004) e Napoli (2011, 2016) fatte fuori in Coppa UEFA/Europa League e Inter (2006) battuta in Champions League.

RIBALTONE ESTIVO - Il Villarreal sta vivendo una stagione nata a dire il vero non sotto i migliori auspici: il 10 agosto 2016, a sei giorni dall’andata dei playoff di Champions League contro il Monaco, infatti, c’è stato un ribaltone in panchina, con l'esonero di Marcelino García Toral, tecnico in grado di riportare la squadra dalla Segunda División ai playoff di Champions League. Al suo posto è arrivato Fran Escribá, 51enne di Valencia sul quale, a dire il vero, non erano riposte grandissime speranze, dopo le esperienze con Elche e Getafe, non proprio due big della Liga. Il tecnico, però, sta conducendo un campionato comunque di livello conforme a quello della squadra: nel monday night di stasera, il Villarreal ospiterà infatti Atlético Madrid con la possibilità di superare i Colchoneros e di affiancare al quarto posto la Real Sociedad. Un po’ meno bene in Europa League, con la qualificazione - da seconda - agganciata solo all’ultima giornata in un gruppo tutto sommato agevole con Osmanlispor, Zurigo e Steaua Bucarest, complicato dalla sconfitta interna - non certo un’abitudine - contro i turchi.

STILE SPAGNOLO, ANIMO ITALIANO - Il cambio di allenatore ha mutato lo stile di gioco del Villarreal rispetto alle scorse stagioni. Nella sua esperienza in amarillo, Marcelino era partito con una squadra molto intensa per poi stabilizzarsi su una formazione più di attesa e ripartenza, difficile da attaccare e pronta a ripartire. Escribá ha aumentato invece le soluzioni offensive, con uno schieramento più fluido e più movimento dei centrocampisti sia in verticale che in orizzontale, un gioco più spagnoleggiante alimentato però da una benzina per gran parte tricolore. Roberto Soriano e Nicola Sansone sono due punti fermi del 4-4-2 del Villarreal, senza dimenticare Pato che in Italia è cresciuto calcisticamente e che al Madrigal sta cercando di rigenerarsi, ma che fino adesso ha messo insieme un bottino non certamente straordinario, un gol in nove presenze in Liga e tre in cinque gettoni europei tra playoff di Champions League e fase a gironi di Europa League, e Daniele Bonera, comunque una riserva del reparto arretrato.

LA VECCHIA GUARDIA - Il più della formazione titolare è però rimasto lo stesso delle scorse stagioni. Davanti ad Sergio Asenjo, Fran Escribá può contare sul completo Mario Gaspar a destra e su Jaume Costa a sinistra, con Victor Ruiz e Mateo Musacchio (corteggiato da tanti, ma rimasto in Spagna) al centro. Manu Trigueros è l’uomo chiave a centrocampo insieme all’altro Soriano, Bruno, rispettivamente regista avanzato e arretrato della manovra. Ampia la batteria degli esterni, con Samu Castillejo, il già citato Roberto Soriano e Denis Chéryshev alternarsi, mentre davanti è da poco rientrato Cédric Bakambu (9 gol nella scorsa stagione di Europa League) dopo l’infortunio di inizio stagione. A proposito di infortuni, da tenere presente è quello di Roberto Soldado, che si è lesionato crociato e menisco del ginocchio destro lo scorso 9 agosto in un’amichevole estiva contro il Deportivo La Coruña: con una prognosi stimata di sei mesi, la sua presenza nel doppio confronto è dunque da definire.

DOLCE EUROPA - È fuori dai confini nazionali che, storicamente, il Villarreal ha trovato le sue più grandi soddisfazioni: nella scorsa stagione il Submarino Amarillo è arrivato a un passo dalla finale del torneo vincendo l'andata della semifinale contro il Liverpool per 1-0 e cedendo per 3-0 nel ritorno, in quella precedente solo il Siviglia poi bicampione riuscì a fermare negli ottavi la sua avanzata. Ma andando indietro negli anni, ci sono altre due semifinali raggiunte nel 2004 e nel 2011 (perse contro Valencia e Porto, poi vincitrici del trofeo) e soprattutto quella di Champions League del 2006 contro l'Arsenal, con il famoso rigore parato da Lehmann a Riquelme che avrebbe mandato tutti ai tempi supplementari. L'esperienza internazionale sarà dunque un elemento importantissimo nell'economia del doppio confronto, che per la Roma sarà un esame, l'ennesimo, sulla maturità internazionale raggiunta.


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