Cagliari, Pisacane: "Vogliamo ritornare a vincere. La Roma può fare male in qualsiasi momento"
Fabio Pisacane ha tenuto la conferenza stampa di vigilia del match contro la Roma, in programma domani alle ore 15:00 all’Unipol Domus.
Se la partita di Coppa vi dà maggior consapevolezza delle vostre possibilità in vista di una gara difficile come quella con la Roma, dimostra che potreste giocare anche contro una grande? E poi: questione infermeria, in particolare Mina.
«Buongiorno a tutti. Sicuramente rimane l’amarezza per essere usciti ai rigori, perché comunque eravamo lì a 11 metri dalla qualificazione. Peccato, perché volevamo regalare una gioia ai nostri tifosi. Ripeto, siamo arrivati a 11 metri da questo. Per quanto riguarda la botta di energia, è normale che quando vai in uno stadio del genere a fare una partita come l’abbiamo fatta noi, di grande sacrificio e di grande unione, è normale che faccia ben sperare per il futuro. Ma anche a Torino, penso che al netto della qualità degli avversari, la squadra abbia fatto la prestazione. Poi è normale che queste squadre, appena sbagli una piccola cosa, ti puniscono. Però, ripeto, da un punto di vista regolamentare è finita in parità e mi auguro che domani si possa continuare su questa scia. Non all’insegna del pareggio sicuramente, ma cercando anche di fare qualcosa in più. Vogliamo a tutti i costi, al netto dell’avversario, ritrovare e assaporare quel gusto di vincere. L’infermeria: Mina ha questa contusione alla gamba da 15 giorni. Comanda la clinica: il ragazzo è sta lavorando a parte, fa di tutto per riprendersi, però in questo momento non è ancora al 100%. Per il resto rimangono a casa Ze Pedro, Mazzitelli, Belotti e Felici».
Quale effetto fa giocare contro Gasperini, con il quale tutto è iniziato?
«Per Felici ci dispiace profondamente, perché è un ragazzo che ha molte qualità; dal suo inserimento e per quello che ci stava dando, perdiamo un ragazzo energico, un ragazzo che aveva voglia di spaccare il mondo. Dispiace perché sono momenti che pesano sul gruppo, sul lavoro quotidiano e sulle nostre scelte. Però, come ho detto alla squadra e dico a voi, mi piace pensare sempre positivo e mi piace pensare che l’infortunio di Belotti due mesi fa abbia dato inizio a un momento complicato. Purtroppo, per Mattia e per noi, credo che il suo infortunio possa invece chiudere questo momento complicato. Come si dice in questi casi, l’uomo si sacrifica e il gruppo deve reagire. Gasperini? Sicuramente è un’emozione, anche perché l’esordio in A l’ho fatto davanti ai suoi occhi in un Cagliari-Atalanta. Sarà un piacere ritrovarlo. Secondo me – non lo dico io, ma lo dicono i numeri – la sua Atalanta è stata un riferimento per il nostro calcio, con qualità, coraggio e qualità del lavoro. Ha portato avanti le sue idee, ha trovato una squadra che le ha sposate in pieno. È sulla bocca di tutti. Sarà un piacere affrontarlo per la prima volta in questa veste. Sarò felicissimo di abbracciare un grande allenatore».
C’è una possibilità che contro la Roma possa essere confermato Rodriguez? Come sta lui fisicamente anche dopo questa gara?
«E’ uno scugnizzo, sappiamo che non avrebbe tradito le attese anche di fronte ad uno stadio affollato. È un ragazzo che ha sangue freddo, come ho detto in tempi non sospetti. È un ragazzo che, secondo me e secondo lo staff, può essere il futuro del Cagliari. E ce lo auguriamo per lui, ma soprattutto per la nostra società, per il nostro club. Perché avere un giovane del genere dentro dà anche merito e lustro al lavoro che fa tutta l’Area Scouting».
Non ti piace parlare di mercato, però è inevitabile: sta arrivando. Considerate le perdite gravi prima di Belotti e ora purtroppo anche di Felici, che è un elemento nella rosa con determinate caratteristiche, posso chiederti se avete abbozzato qualche conversazione sulle strategie da adottare a gennaio?
«Con la società siamo in sintonia, come lo eravamo a luglio. È normale che in questi momenti preferisco concentrarmi sulle gare per poi riprendere il discorso nel momento giusto. È normale che in questo momento il mio più grande pensiero, il mio più grande assillo, è regalare una gioia ai tifosi insieme alla squadra: ritornare a vincere. E li ringrazio per come ci stanno sostenendo e per la pazienza che stanno avendo. Su questo mi sto concentrando. Il resto, sicuramente, arriverà il momento per poi affrontare questo discorso».
Quali risposte ha ricevuto dai ragazzi che sono stati utilizzati nella partita di Coppa a Napoli? E quanto è stato complicato preparare questa settimana con impegni così ravvicinati e quindi con le problematiche di un allenamento un pochino a intermittenza?
«La risposta dei ragazzi è quella che ci aspettavamo. È normale che, anche se avessero fatto una brutta partita, come dico sempre, non è che uno li può condannare, anche perché poi diciamo che hanno avuto poche possibilità per arrivare a questa partita nella migliore condizione, sia mentale che fisica. Non mi piace girare intorno alle cose, mi piace andare sempre diretto, facendo riferimento alla mia schiettezza. Hanno fatto quello che mi aspettavo: hanno fatto una buona gara tutti, ma anche chi giocava dal primo minuto in questa stagione. Penso allo stesso Di Pardo, allo stesso Pavoletti e allo stesso Zito Luvumbo, che non meritava quell’epilogo per il grande sacrificio che aveva messo dentro la gara per tutti i 90 minuti. Però, ripeto, non era un banco di prova per loro: era un momento per fargli mettere minutaggio. Per quanto riguarda la preparazione delle partite, quando giochi il turno infrasettimanale cambia poco. Diciamo che è stata una settimana come se avessimo un turno infrasettimanale di campionato. Con lo staff lavoriamo H24 per cercare di fare le cose sempre nella maniera più giusta possibile. Da questo punto di vista è semplice la routine».
Il calendario propone due partite ostiche per una squadra che ha necessità di tornare a fare risultato. Il fatto che potrebbero non andare nel migliore dei modi per il Cagliari, mentre dietro si muovono le inseguitrici, è uno spettro? State ragionando su uno scenario così diverso rispetto alle prime partite del campionato, in cui il Cagliari sembrava poter essere a sua volta un’inseguitrice?
«Noi dentro sappiamo qual è il nostro obiettivo e sappiamo che potevano esserci questi scenari. Non siamo mai partiti con l’illusione di poter fare un campionato nella parte sinistra della classifica. Stiamo lavorando per far sì che questo accada. È normale che, se abbiamo una mazzata come l’infortunio di Felici, cerchiamo comunque di trovare la nota positiva e di metterci in uno stato d’animo positivo. È impensabile che oggi, anche se la classifica parla chiaro, possiamo pensare che se domani non dovessimo vincere… ci penseremo dopo la gara. A me piace ragionare in maniera positiva, in maniera costruttiva. Sicuramente il mio messaggio non è quello di partire con del pessimismo, ma sicuramente non è nemmeno quello di partire facendogli vedere le cose negative. Questo non toglie che poi non si debbano fare i conti con la realtà. Però mi piace pensare che domani la squadra sia preparata per fare un risultato importante al cospetto di un avversario di qualità, che ha tante frecce nell’arco. Creare una mentalità vincente, sicuramente, non passa dal rimanere per 20, 15, 18 partite nella parte sinistra della classifica per una squadra come la nostra, ma dall’attraversare la tempesta rimanendo verticali, come ho sempre detto».
Come si affronta la Roma? Una squadra che, parlavi prima di Gasperini, è diventata un punto di riferimento per tanti allenatori ed è, da un certo punto di vista, poco gasperiniana: pochi gol organizzati, pochi gol subiti, qualche difficoltà in avanti, ma 5 vittorie su 6 in trasferta.
«È normale che si affronti mettendo i ragazzi nelle condizioni di capire che domani chi vince più duelli ha la possibilità di portare a casa la partita. Loro lavorano dalla pre-season con una metodologia ben precisa per cercare di portare a uno status fisico i giocatori a un livello alto, e spesso ci sono riusciti negli anni. È normale che domani dobbiamo fare attenzione da questo punto di vista: mettere il cento per cento nella fase difensiva e il centodieci per cento quando poi offenderemo. È una partita sulla falsariga delle ultime: incontriamo una grandissima squadra. Gasperiniana o no, è sicuramente una squadra che ha delle qualità all’interno dell’organico che possono far male da un momento all’altro. Sono anche consapevole che le occasioni, rispetto agli anni passati, le hanno capitalizzate di meno, ma è comunque una squadra che, numeri alla mano, ha prodotto sulla falsariga degli anni passati. Se gioca Dybala? Penso di sì. Penso che il trio sarà Dybala-Soulé-Pellegrini. Poi domani lo scopriremo alla distinta».
C’è il discorso Felici infortunato. Luvumbo partirà per la Coppa d’Africa: c’è ancora più possibilità, per Kilicsoy, di essere la prima alternativa al duo Esposito-Borrelli e quindi di essere finalmente determinante?
«Sì. È come Rodriguez: è un ragazzo che abbiamo sempre detto che ha delle qualità eccelse. È normale che in questo momento scali un po’ le gerarchie. È un ragazzo che sta capendo i movimenti, è un ragazzo che abbiamo messo nella condizione che poi spesso ricopre nell’Under 21, proprio per non mettergli tanti vincoli da un punto di vista cognitivo e cercare di metterlo soprattutto nelle condizioni di esprimersi come lui meglio riesce a fare. Però è un ragazzo che è sempre stato attenzionato e, per un motivo o per un altro, si sono fatte scelte diverse. Però, ripeto, è un giocatore che sappiamo quello che ci può dare e sicuramente, da qui alla fine, come ci eravamo detti, avrà le sue occasioni».
Dall’attaccante a un altro: parliamo di Esposito. Sta vivendo un gran momento di forma. Qual è la posizione precisa in cui può esprimere maggiormente il suo estro?
«Come ho sempre detto, Esposito per me è stato sempre in uno stato di forma importante. Sotto il profilo delle prestazioni difficilmente gli ho potuto imputare qualcosa. È normale che, da un punto di vista realizzativo, nelle ultime settimane sia più produttivo, perché comunque ha fatto nelle ultime tre partite tre gol e spesso, come succede e come ci siamo detti varie volte, il gol per un attaccante – sia per chi lo giudica sia per lui stesso – è la punta dell’iceberg. Però lui deve continuare così, a fare quello che sta facendo. È un giocatore a cui non chiedo grandissimi vincoli da un punto di vista di posizione: è uno che deve cercarsi lo spazio, sa giocare a calcio, sa legare le parti. È un calciatore dal grande talento, per cui non deve però rimanere imprigionato nel suo talento. Su questo penso che con lo staff abbiamo fatto un buon lavoro da subito. È normale che poi, quando si diverte e c’è questa felicità dentro, te ne accorgi subito. Vuoi o non vuoi, quando sei predisposto in questa maniera, poi l’episodio viene dall’altra parte, come è successo a Napoli».