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Di Francesco: "La Roma deve cercare di non bruciare i giovani come Lamela e José Angel. Spero che Totti non giochi domenica"

di Luca Bartolucci
Fonte: Radio IES - Retesport

Eusebio Di Francesco, allenatore del Lecce e ex giocatore della Roma, è intervenuto ai microfoni di Radio IES durante la trasmissione "A tutto campo". Il mister ha parlato del suo Lecce, della Roma e della partita di domenica.

Sul ritorno a Roma
"Arrivo in una veste diversa e un po' particolare. Un'emozione strana, ci torno sempre con grande piacere. Nutro grande affetto per Roma, e ne ho sempre ricevuto molto dalla città. Non ho una grande percezione di quanto io possa essere amato, ma ho visto che la gente si ricorda sempre di bene, non solo come giocatore ma anche come uomo. Quando Carlo Zampa leggeva il mio nome ero elettrizzato, era un rito prima della partita. Era un momento molto sentito da tutti noi calciatori. Era un periodo magico".

Su Di Francesco allenatore
"Ho portato a Lecce molto dell'esperienza con Zeman, è stato il tecnico che più ha influito nella mia formazione, e mi ha trasmesso valori fondamentali. Non sono un allenatore navigato, sono molto giovane, per cui le mie esperienze sono quelle da calciatore, che cerco di trasmettere in questo mio nuovo ruolo".

Sulla Roma
"Questa Roma ha una filosofia di gioco, un'idea calcistica precisa, e nel calcio attuale non è facile. Una volta sposato questo progetto, bisogna far lavorare le persone che ci credono. La società ci crede molto, e sta portando avanti questo progetto con grande serenità. Noi siamo spesso troppo frettolosi nel cercare di raggiungere un obiettivo, ma il progetto va valutato dopo un periodo di tempo. I giovani della Roma sono tutti bravi, ma spero sinceramente che Totti si riposi. Sarebbe bene per tutti, anche per lui (ride, ndr)".

Allenare la Roma
"Bisogna fare questo lavoo con grande ambizione. Per ora mi tengo stretto il giallorosso del Lecce, come porto nel cuore i colori del Pescara. Adesso cerco di migliorarmi sempre di più".

Su Julio Sergio
"Julio è venuto qui per giocare, ma ha avuto diversi problemini fisici, valuterò quale sarà la situazione migliore, Benassi finora si è comportato davvero bene".

Su Bertolacci
"Ha scelto di fare un'altra esperienza in una "piccola" squadra, per giocare di più. Appena sono arrivato l'ho voluto fortemente. E' tornato dalla Roma con qualche problemino alla caviglia. Non aveva quell'intensità che gli chiedevo. E' un ragazzo di grandi qualità tecniche".

Su Luis Enrique
"Come lui credo molto nel possesso palla. Prima avevo percentuali più alte, cercavo nettamente di superare gli avversari nel possesso, poi mi sono reso conto che perdevo in incisività e permettevamo agli altri di riorganizzarsi. Ora ho deciso di puntare di più alle verticalizzazioni".

Sul Lecce
"Nelle prime apparizioni non mi è mai piaciuta, devo essere sincero. Poi qualcosa è cambiato, siamo migliorati soprattutto nella produzione di occasioni. Un caso anomalo obiettivamente è il fatto che non facciamo punti a casa, e per una squadra che deve salvarsi questo potrebbe essere un problema e inoltre non segnamo con gli attaccanti. Per fortuna la rocambolesca sconfitta con il Milan non ha lasciato grandi ripercussioni, abbiamo reagito alla grande, disputanto una gran partita a Cesena. Ultimamente stiamo facendo delle buone prestazioni".

Sul campionato
"C'è grandissimo equlibrio, tutte le partite sono davvero difficili, non ci sono risultati scontati. Secondo me il campionato italiano rispecchia al meglio gli equilibri attuali del calcio moderno".

Sul rapporto con i giocatori
"E' più facile per un allenatore giovane colloquiare con i suoi giocatori. Non sono d'accordo su chi dice che un allenatore più severo, che alza la voce, può avere maggior fortuna in carriera. Nella mia carriera Zeman è stato un tecnico di poche parole ma dirette. Tu potevi dirgli sempre quello che pensavi, ma lui non ti ascoltava quasi mai".

In giornata il tecnico dei salentini ha parlato anche ai microfoni di Retesport. Ecco le sue dichiarazioni:

"E' un grande piacere di tornare in una città che mi ha dato tantissimo, ma torno da avversario, anche se ho un grandissimo rispetto per tutti comunque. Siamo in emergenza dall'inizio del campionato, non ho grandi alternative e anche a Roma avremo delle defezioni, ma non verremo all'Olimpico a fare le vittime sacrificali".

Di Francesco ha poi espresso il suo parere sul progetto tecnico della nuova società: "Se badiamo solo ai risultati, come fa sempre la gente ed in fondo anche noi, sembrerebbe un percorso deludente. Io dico che c'è qualcosa di nuovo, bisogna avere pazienza. Se si parla di progetto bisogna sapere aspettare, secondo me è presto per dare un giudizio. Sono stati fatti degli investimenti per i prossimi dieci anni, pensando a Lamela e José Angel per esempio, ma secondo me è importante mischiarli con i giocatori esperti per non rischiare di bruciarli".

Su alcuni suoi giocatori: "Bertolacci ha fatto la scelta di rimanere per crescere ancora, dopo i primi problemi è cresciuto ed è sceso in campo titolare, sta acquisendo la mentalità giusta. Cuadrado ha doti spiccatamente offensive ma non disdegna di difendere, ha bisogno di continuità, in particolare mentale, per crescere ed ha le potenzialità per diventare un ottimo giocatore".

Infine una parola sul capitano della Roma: "Totti è un amico prima di tutto, il nostro rapporto perdura da anni. Lui è un giocatore fantastico, ha quattro occhi, lo dico sempre, ha la capacità di vedere la giocata come pochi altri al mondo".


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