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Hellas Verona, Bonazzoli: "Dovremo dare filo da torcere a tutte le squadre"

di Marco Rossi Mercanti

Federico Bonazzoli, attaccante dell'Hellas Verona, ha parlato in conferenza stampa dopo l'esordio con gol contro l'Empoli:

Le prime impressioni?
"Ogni volta che si arriva in un ambiente nuovo c'è sempre un periodo di ambientamento da scontare. Io mi definisco un ragazzo allegro, solare e disponibile nei confronti degli altri. Sono contento di come la squadra, il club e i tifosi mi abbiano accolto, non lo do per scontato. Sono a completa disposizione della società".

Pensa che Verona sia l'ambiente ideale per lei?
"La scelta è stata facile. Non devo di certo presentare io questa piazza e questa società. Appena mi si è presentata l'opportunità ho deciso di venire qui. La trattativa è stata lunga, ma il mio unico obiettivo è sempre stato quello di arrivare a Verona il prima possibile per poter iniziare subito a lavorare. A gennaio dell'anno scorso c'era stato già un contatto, una situazione che però non si era mai approfondita. A fine stagione ho saputo che c'era la possibilità concreta di arrivare qui, in un club che mi voleva fortemente. La voglia della società di portarmi qui ha contato molto per me. Nella vita, in generale oltre al calcio, stare in un luogo dove sei apprezzato incide. Ho bisogno di questo, di sentirmi vivo, di stare con persone che mi vogliono: io devo tanto a loro e dovrò ripagare in campo questa fiducia".

Un primo parere su mister Baroni?
"Non conoscevo il mister di persona, ma solamente per quanto fatto negli anni passati, i risultati che ha ottenuto sono sotto gli occhi di tutti. Personalmente mi trasmette serenità, tranquillità e umanità. Spero possa insegnarmi molto perché voglio migliorarmi ed imparare".

Si sente più una prima o una seconda punta?
"Mi reputo più una seconda punta perché mi piace giocare con un altro attaccante vicino, stare al centro del campo. Mi piace segnare, è la cosa che ovviamente preferisco, ma mi piace soprattutto giocare a pallone, avere la palla tra i piedi", riporta tuttomercatoweb.com.

Qual è il suo rapporto con Djuric?
"Con Milan sono rimasto legato, ma con lui oltre che avere un buon rapporto fuori, ho un'affinità speciale in campo. Mi sento legato a lui particolarmente come giocatore, mi trovo bene a giocare con lui, ci capiamo al volo. Verona è una piazza storica del nostro calcio, e Milan non ha dovuto raccontarmi nulla in questo senso, ma sicuramente il fatto che lui fosse qui ha inciso".

La doppia cifra è un suo obiettivo?
"Gli obiettivi sono di gruppo: riuscire a raggiungere la salvezza il prima possibile e fare bene. Qualsiasi attaccante vuole e spera di arrivare in doppia cifra, ma quello che più mi importa è che i miei gol ci facciano conquistare punti per noi importanti. Mi pongo degli obiettivi personali, ma ciò che conta è che i miei gol possano servire alla squadra, questo è fondamentale".

Come si affronta un campionato così difficile come la Serie A?
"Vengo da campionati dove mi piaceva stare nella lotta. Il nostro obiettivo deve essere quello di battagliare su ogni campo, e lo abbiamo dimostrato anche sabato. I punti iniziano a pesare da subito, valgono tre all'inizio della stagione come alla fine. A Empoli era uno scontro diretto, e noi abbiamo dato una prova di forza. In campo avevo sensazioni ottime anche negli ultimi minuti, dove magari abbiamo sofferto anche qualcosa in più. In generale mi piace lottare: nell'esperienza a Salerno, vissuta insieme a Milan, quando i palloni pesavano mi piaceva avere responsabilità, non sono uno che si tira indietro. Sarà un campionato duro, dovremo dare filo da torcere a tutte le squadre: questo spirito deve essere la nostra forza".

Vorrebbe restare a Verona a lungo?
"Mi piacerebbe trovare una squadra dove rimanere a lungo, dove poter essere d'aiuto anche ai ragazzi che arriveranno in futuro ed essere un punto di riferimento. Vorrei trovare una base dove collocarmi e giocare per tanti anni".

Negli ultimi anni a Verona sono passati molti attaccanti importanti...
"Da qui sono passati giocatori più forti di me, che hanno fatto molti gol e soprattutto hanno dato molto al calcio italiano. Con Pazzini, ad esempio, ho un rapporto di amicizia: ci sentiamo spesso, l'ho sentito anche dopo la partita di Empoli. Questi giocatori sono sicuramente esempi da seguire, ma è troppo facile dirlo: voglio cercare di ricalcare quello che hanno fatto loro in campo. È sicuramente una responsabilità, ma anche un bello stimolo".


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