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Juventus, Allegri: "I ragazzi hanno meritato questa vittoria"

di Simone Ducci

Massimiliano Allegri a Premium Sport

"Il segreto? È giusto che festeggino loro. I ragazzi stasera hanno chiuso questo capitolo. Abbiamo una settimana in più di vacanza, complimenti al Napoli per averci tenuto testa fino alla fine. La differenza reti era dalla nostra. Le birre? I ragazzi se lo meritano. Quando c'è da festeggiare lo si deve fare. Anno come questi difficilmente ricapitano. Faccio i complimenti a tutti, società compresa. Il merito è, per la maggior parte, dei ragazzi. Li ringrazio. Sono uomini, con loro è più facile arrivare a certi obiettivi. A distanza di 3 giorni dalla coppa hanno giocato bene, gestendo la gara. Dove sono le mie motivazioni ora? Ora non sono ancora lucido per rispondere ma le motivazioni si trovano. Sicuramente l’anno prossimo ci saranno giocatori che arriveranno e altri che se ne andranno. La società ti spinge ma bisogna lavorare dentro di sé. L’effetto di vedere Piazza San Carlo che si riempie? È bellissimo perché vincere non è mai facile. In mezzo a questo gruppo ci sono ragazzi che hanno vinto 7 scudetti e che si meritano una bella passerella. Sabato festeggeremo con i tifosi. Il merito più grande della squadra? Quello di aver mantenuto sempre la calma: nel calcio ci vuole sempre molta calma e fare un passo alla volta. Contro troppo entusiasmo si rischiano crolli. Nel momento in cui le cose non girano, bisogna continuare a lavorare. Con gli sbalzi d’umore non si vince. A chi darei il voto più alto? Dire un nome non avrebbe senso. Sono contento per un ragazzo: Pinsoglio. È arrivato dopo due annate tra Livorno e Latina ed è stato importante per il gruppo. Il mio voto? Già a scuola faticavo a prendere voti, non me lo do. La velocità di Costa? Quando i ritmi cominciano a calare questi giocatori ti spaccano in due. È straordinario. L’addio di Buffon? Non so se sarà la sua ultima stagione. HO allenato un uomo e un campione straordinario”.

Allegri a Sky Sport

“Ho una squadra importante con giocatori bravi e che fanno una cosa fondamentale, riescono a passarsi la palla tra di loro. Una società che ha sostenuto me e i ragazzi nei momenti difficili. Abbiamo passato momenti difficili come all’andata a Napoli, dopo il Napoli in casa siamo rimasti sereni. C’è da fare i complimenti al Napoli, 88 punti, una stagione straordinaria ma l’importante era arrivare qui. Minuti finali di Inter-Juventus? Ho una squadra di giocatori che hanno cuore, nel calcio se non hai cuore non vinci. In quel momento lì serve fortuna ma te la devi anche andare a cercare e nel calcio, che è cambiato dal 1992 quando hanno tolto il passaggio indietro al portiere, gli ultimi 10 minuti sono altre partite. Prima non si giocava più a calcio, ora o hai palla e la gestisci o devi difendere bene contro una squadra che attacca. In quel momento i ragazzi sono stati molto bravi perché sono riusciti a portare la palla nell’area dell’Inter che aveva fatto 20 minuti straordinari e rimanendo in 10. Nel calcio le cose possono cambiare in un minuto. Bentancur? Ha iniziato bene. Devo ringraziare il gruppo che da quando sono arrivato mi ha accompagnato in queste vittorie, sono contento perché sabato faranno passerella davanti ai tifosi. Vincere 7 scudetti credo sia una cosa molto difficile, da quel gruppo mancano anche giocatori andati via o che hanno smesso. Il mio lavoro decisivo? Tutti gli anni sono diversi, l’anno scorso ho messo dentro giocatori con la tecnica che avevo a disposizione, rischiavamo di perdere il campionato. Li ho responsabilizzati., siamo arrivati in finale di Champions e abbiamo vinto campionato e Coppa Italia. Quest’anno ho capito che non si poteva più giocare in quel modo lì e mettere qualcuno in discussione, quando non lo sei cominci a fare un metro in meno. La competizione tra di loro è fondamentale, le scelte le ho fatte nell’interesse della squadra e per andarli a stimolare. Migliorare dal punto di vista estetico? Giocare bene o male è relativo. Siamo quasi il miglior attacco e la miglior difesa, la cosa che non riesco a spiegare è che si sta riducendo il calcio a troppa teoria. I vecchi allenatori sono stati messi troppo da parte, questo vale anche per gli allenatori delle giovanili che fanno crescere i ragazzi come polli da batteria. Il calcio è estro e libertà. Se alle 22.15 la partita è messa male per il risultato non è che devo fare l’esteta per far felici i tifosi, li faccio contenti vincendo. L’allenatore deve stare in panchina, tante volte dall’esterno vedi uno che gioca male ma dalla panchina capisci il suo spessore all’interno della partita. Ci sono talmente tante sfumature che ridurre tutto a giocar bene e giocar male ha poco senso, senza togliere merito a chi ha giocato meglio di noi. però alla fine deve arrivare il risultato. Dal corso di Coverciano mi è rimasto impresso che l’importante è arrivare, a volte andando dritti e a volte facendo curve. È come gli universitari che escono con 110 e lode perché imparano a memoria i libri. Il calcio è cambiato quando è stato tolto il passaggio al portiere, le altre cose che servono a chiacchierare. Una volta a 15 dalla fine aprivano i cancelli, adesso dovrebbero far pagare il biglietti. Ho un’idea giusta o sbagliata, diversa da altre. Sento troppa teoria, mi dispiace soprattutto per i bambini del settore giovanili. Se dico cosi mi prendono per matto. Differenze con lo scorso anno? L’anno scorso fino a gennaio la squadra giocava male, anzi peggio. A Firenze abbiamo perso e ho deciso di cambiare, ma non giocavamo benissimo. Stavamo chiusi e ripartivamo, il secondo anno giocavamo con 3 difensori, da una parte Evra e Alex Sandro o Lichsteiner, si faceva un tiro o due si faceva gol prendendone zero. Ogni anno è diverso, tra tre mesi magari cambio. Quest’anno siamo partiti giocando male”.

Allegri in conferenza stampa (a cura dell’inviato all’Olimpico Gabriele Chiocchio)

“Scudetto più sofferto? Per vincere gli scudetti devi fare punti e ci sono squadre come il Napoli che hanno tenuto botta fino alla fine. C’è da fare grossi complimenti alla Juventus, perché stasera ha chiuso una stagione leggendaria. Vincere sette scudetti, quattro coppe Italia e fare due finali di Champions, solo per rispetto di quanto hanno fatto i ragazzi c’è solo da far loro i complimenti. Voglio andare al mare, mi fa tornare voce, il vento porta via tutte le robe che ho sentito quest’anno che mi hanno fatto un sacco divertire. Ora basta. Ora si va al mare, finito. 5 scudetti in 10 anni? Faccio un esempio di un caro amico mancato un anno e mezzo fa. Faceva l’allibratore. Si chiamava Minnesota. Lui mi rispose che era più facile che allenassi in Serie A piuttosto che vincesse il mio cavallo: sono successe entrambe le cose. A 5 anni andavo ai cavalli con mio nonno. Ora l’ippica è andata in disarmo. A Livorno c’è una grande passione. Analogie tra cavalli e giocatori? Sì, infatti Benatia l’ho mandato al prato, come i cavalli che vincono. Vicino ai grandi allenatori vincenti? Sono stati grandissimi allenatori che, a modo loro, hanno vinto. Direi che sono stati un punto di riferimento. Sono cresciuto con un allenatore che non ha vinto niente e che mi ha insegnato tanto. Secondo me, ripeterò fino alla noia, il calcio è cambiato solo quando è stato tolto il passaggio al portiere. Tutto il resto sono bellissime chiacchiere. Scudetto nell’anno del VAR? Gradito perché è il quarto, perché è stato belli, perché quando siamo andati a Napoli a -4 la Juventus ha fatto una partita seria, giocando per vincere e non subire gol. La Juventus a Napoli ha sempre subìto gol negli ultimi 20 anni, solo in quella partita non lo ha fatto. Poi siamo scivolati sull’angolo di Koulibaly, dovevamo vincere noi e vincere loro. Avevo molta fiducia sul fatto che la Juventus potesse sostenere queste pressioni e così è stato. I ragazzi sono stati bravissimi. Appuntamento in vista con Marotta? Non ho idea, stasera bisogna festeggiare, è questione di programmare il futuro della Juventus, una volta che abbiamo festeggiato bisogna mettersi a tavolino con lucidità, si riparte da 0 punti e bisogna essere competitivi per arrivare a marzo nelle migliori condizioni. Spesso la Juventus c’è riuscita, a volte hanno vinto gli altri, ma bisogna avere gli stimoli giusti per far questo. Evoluzione del calcio? Non siamo nella serata e non ho la presunzione. Il calcio è un gioco di conoscenza, più si gioca insieme e meglio si gioca. Il Napoli sono 6 anni che sono sempre gli stessi, la Juventus ha cambiato 70 giocatori negli ultimi 4 anni. Non è un modo di pensare diverso, nel calcio c’era Giorgi che attaccava i nomi e diceva che vinceva che chi vince più duelli vince le partite. Mi viene l’orticaria a parlare di schemi. Vuol dire che i giocatori sono tutti uguali, e i giocatori non sono tutti uguali. Il basket è un gioco di schema, a volte gli schemi non riescono, che il calcio debba avere un’organizzazione difensiva, schemi offensivi, bisogna vedere quante volte la squadra fa gol su schema o perché è bravo a imbucare. È una mia battaglia, un mio pensiero che i settori giovanili sono una tragedia. Ai ragazzini non si insegna a giocare. A calcio, e qui chiudo, non sono a fare una lezione, c’è una cosa importante: ci sono due squadre. Bisogna passare la palla a quello con la maglia uguale alla nostra. Se ai ragazzini levi estro e fantasia, a calcio non gioca più nessuno e crescono polli d’allevamento. Lo dico e lo ripeto da una decina d’anni. Questo a tanti non piace, è troppo più facile meccanizzare il gioco. È diverso da quello che penso io, ma per vedere uno tirare la palla all’incrocio bisogna insegnargli a tirare in porta. La semplicità, diceva Cruijff, è roba per pochi. Se mi piacerebbe fare scuola, creare l’Allegrismo? No, l’ho detto anche a Coverciano. Per far sì che i ragazzi abbiano nozioni importanti, non è questione di teoria. È questione che noi anzianotti portiamo esperienze, è dalle esperienze che crescono le nuove leve. Il calcio non è solo teoria, non è solo libri, a scuola io non ci sono andato, non ero buono. Voi che avete studiato, molti che metti a lavorare dopo l’università non capiscono nulla. Il calcio è uguale”.

Massimiliano Allegri a Rai Sport

“Sono contento per questi calciatori che hanno regalato a me e alla società qualcosa di straordinario, entrando nella leggenda. Forse solo tra qualche anno si capirà cosa abbiamo fatto. Quando mancano poche partite e sei abituato a vincere, chi ha più forza mentale arriva in fondo. Il gol di Higuain contro l'Inter è stato indubbiamente importante, ci ha dato la zampata vincente. Il Napoli però ci stava sempre vicino, quindi il ko degli azzurri a Firenze indubbiamente ci ha dato una bella spinta. Sono stati anni importanti, la Juventus ha fatto dei numeri grossi. È vero che è mancata Milano, ma c'è un Napoli che ha fatto un'annata importante. Io tra i più bravi della storia? Mi ritengo un allenatore non monotono, che si diverte ad allenare e che cerca di far rendere al meglio i propri giocatori, ma è anche merito dei dirigenti con cui ho lavorato fin qui. C'è stata una crescita continua, quando non mi divertirò più e non avrò più voglia di mettermi in discussione, allora smetterò. La Juventus ti mette sempre sotto pressione, c'è questa voglia continua di vincere e quindi sono contento Galeone? È stata una persona importante per me, ci sono molto legato affettivamente ma così anche ad altri allenatori che ho avuto”.


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