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Lazio, Strakosha: "Siamo una squadra forte. Volevamo vincere anche in dieci"

di Danilo Magnani

Strakosha a Lazio Style Channel

“Siamo una squadra forte con la mentalità giusta: attacchiamo ogni avversario senza paura. Il pubblico ci ha dato una spinta in più, anche in dieci attaccavamo come dei matti. Sono meravigliosi, si sentivano solo loro. Volevamo fare di più e vincere anche in dieci, a Salisburgo ci è dispiaciuto molto per loro. Ci serviva come il pane. Per noi Leiva è importante in fase di costruzione, oggi era chiuso ma Milinkovic-Savic ci dava una soluzione davanti con le palle lunghe. L’avevamo preparata così. Nel calcio le espulsioni capitano, ma grazie al pubblico sembravamo ancora in undici. Siamo ripartiti bene, qualche volta questi episodi ti danno anche una spinta in più. Il palo di Peres? L’importante è che sia andata fuori".

Strakosha in zona mista 

"Questo è un pareggio importante per noi. Forse all’ultimo avremmo meritato anche di vincere il match, ma è andata così e siamo comunque soddisfatti. Eravamo tranquilli, siamo riusciti a lasciarci alle spalle ciò che è accaduto. La vicinanza dei tifosi è stata fondamentale in questo senso. Noi dobbiamo cercare di dare il nostro meglio in ogni partita da qui in poi. Pensiamo a noi stessi, non vogliamo confrontarci con nessuno. Ogni sfida può nascondere delle insidie, basti pensare al match contro il Benevento: abbiamo rischiato di perderlo, ma poi abbiamo ribaltato il risultato. Cosa ci ha detto il mister all’intervallo? Di rimanere concentrati. Ed è quello che abbiamo cercato di fare. Probabilmente nel secondo tempo abbiamo creato qualcosa in più rispetto alla Roma. Non abbiamo mai mollato, c’erano grinta e concentrazione. Come sto? Bene, non ho nessun problema. I tifosi? Quella di oggi è stata probabilmente una delle più belle coreografie che abbia visto da quando sono qui. Ringrazio tantissimo i tifosi. Nella parte finale della partita siamo rimasti in dieci, ma i nostri tifosi sono stati l’undicesimo uomo in campo. Abbiamo una tifoseria straordinaria. Non ci ha lasciati mai soli, neanche a Salisburgo".


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