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Moscardelli: "Io, romano e romanista, contro Totti il mio idolo"

di Paolo Vaccaro

Faceva il raccattapalle all'Olimpico, era la Roma di Carletto Mazzone. Giocava pure negli Esordienti, "mi allenava Bruno Conti". Più tardi lo scartarono, perché troppo gracile. Quanto tempo è passato. Da bambino i suoi pensieri più belli si coloravano di giallo e rosso. Davide Moscardelli domani coronerà il sogno di una vita: affrontare la Roma. Da avversario. Mai da nemico. E quanti pensieri per la testa. Lui e Totti. Lui e la Magica. Lui e Lei. Divisi sul campo, certo, ma solo per novanta minuti. Dovesse giocarla dal primo minuto, per Davide sarà l'emozione più forte mai provata dopo il primo gol messo a segno in serie A. Per Moscardelli la partita con la Roma ha proprio un sapore speciale.

"Sì, è la prima volta. Mi è capitato quando ero a Trieste di affrontare la Roma in amichevole. Ma non c'era nessuno. E la partita non esercitava di certo il fascino di quella che sta per arrivare".

La prima immagine del bambino che tifa Roma qual è?
"Io piccolo piccolo che entro nell'Olimpico immenso. La prima volta che entrai allo stadio era per vedere l'addio al calcio di Bruno Conti. Era una festa, le tribune erano piene. E ricordo ancora con piacere quella giornata di grandi emozioni".

La più grande Roma di sempre quale è stata?
"Negli ultimi anni la Roma di Spalletti. Giocava benissimo, e anche in Champions ha saputo farsi rispettare. L'anno dell'ultimo scudetto penso che sia stato per tutti il più bello".

Nella squadra del cuore, c'è sempre anche il campione tra i campioni...
"Batistuta. Un giocatore eccezionale. L'uomo che ha esaltato le gesta della Roma dello scudetto".

Anche Moscardelli era stato soprannominato Batigol, giusto?
"Per i capelli, per la somiglianza. Ma tutto il resto lasciamolo pure stare. Anch'io di professione faccio l'attaccante. Ma non esiste il confronto. Oltre a Batistuta, però, un altro mito è senz'altro Totti. Mio e di tutti i romanisti".

Potessi scegliere di giocare in coppia con uno di loro?
"Totti, anche per le caratteristiche. Lui è unico, un grandissimo campione. Eccezionale".

Mai pianto per la Roma?
"Mi ritengo fortunato: quando la Roma ha perso la finale di Coppa Campioni contro il Liverpool ero troppo piccolo per vedere e soffrire. Mi è capitato, però, anche di peggio. Visto che in un anno riuscimmo a perdere tra campionato e Coppa Italia quattro derby contro la Lazio. Come potevo trattenere le lacrime di rabbia?".

Conserva una maglia, qualcosa che rappresenta la fede giallorossa?
"Ho conservato un pallone con dedica di Bruno Conti".

Dall'altra parte della barricata ci sarà qualche amico...
"L'anno scorso ho giocato con Leandro Greco a Piacenza. Sono felice di ritrovarlo con addosso la maglia della Roma. Un altro amico che non ritroverò, è invece Aquilani. Insieme siamo stati alla Triestina. A Verona tornerà. Ma con addosso un'altra maglia. Non quella giallorossa".

E la partita? La Roma è un po' come l'Inter. Verrà per rifarsi dopo la brutta sconfitta di Palermo...
"E proprio per questo non sarà facile. Saranno anche arrabbiati, visto che a Palermo hanno perso male. Ma a noi queste cose devono interessare poco. Il Chievo sta attraversando un momento particolarmente felice. Vogliamo farlo continuare... Quanto? Chissà...".
 


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