.

Napoli, Spalletti: "Non rispondo a Mourinho. Abbiamo interpretato molto bene la partita"

di Emiliano Tomasini

Al termine di Roma-Napoli ha parlato Luciano Spalletti.

SPALLETTI A DAZN

Mourinho ha detto che il Napoli non ha meritato.
“Non voglio parlare delle parole di Mourinho. Voglio parlare della mia analisi della partita: una sfida piena di trappole e la mia squadra ha interpretato molto bene, anche se ci sono stati alcuni errori. Abbiamo creato due tre occasioni da gol dove abbiamo costruito la vittoria e non abbiamo concesso quello che sono in grado di fare loro. Il fatto che siamo stati senza eseguire gare simili alle altre, è un ulteriore applauso per la mia squadra”.

Oshimen?
“Abbiamo bisogno di lui. Per fare gol e fare queste accelerazioni improvvise che solo lui ha. Quando metterà da parte le emozioni diventa fortissimo. Emozioni del tipo risolvere le partite da solo. Anche di testa è fortissimo, uno dei più forti che abbia mai visto, anche in fase difensiva abbiamo bisogno della sua altezza”.

Avete fatto un grande acquisto con Kim
“E se lo dici tu è vero (riferito ad Andrea Barzagli, ndr). In molte occasioni è micidiale, ha una supremazia fisica bestiale”.

Questa è una rosa più competitiva?
“La rosa è numericamente quella dello scorso anno. Tutti hanno una rosa di 23-24 giocatori dei quali ci si può affidare. In mezzo al campo avevamo bisogno di qualcuno di più fisico per limitare il centrocampo della Roma. Però ho una squadra forte che sa giocare a pallone. Oggi abbiamo perso delle palle che di solito non perdiamo, forse anche per merito della Roma”.

Quanti sogni hai nelle tue tasche?
“Ho un cellulare, una penna e un foglietto (ride, ndr)”.

Spalletti in conferenza stampa (dall'inviato all'Olimpico Gabriele Chiocchio)

Intelligenza, cinismo o entrambe?
"C'è soddisfazione stasera nello spogliatoio, perché l'abbiamo vinta come pensavamo di poterla vincere. La squadra doveva saper sfruttare quelle poche occasioni che la Roma avrebbe concesso, per fare questo c'era da stare attenti a non cadere nelle trappole che ci avevano preparato, il campo ne era pieno, e magari sbagliando qualche palla di più di quello che siamo abituati nella costruzione o nella fase di possesso, mantenendo sempre un ordine che non ha permesso alla Roma di sfruttare queste trappole che aveva seminato".

Il gol di Osimhen è stato una perla. Come ha vissuto questo gesto e come valuta questa prestazione del giocatore?
"Il gol di Osimhen è un pezzo di bravura da calciatore top, quale lui è. L'errore di cinque minuti prima è un pezzo di non bravura da calciatore che è. Quello di cinque minuti prima era più facile, questa l'ha dovuta scavare andando a interporsi tra palla e uomo costringendo Smalling a rischiare di fare un fallo che sarebbe costato la seconda ammonizione e ha calciato benissimo. Ho visto un Osimhen cresciuto, quando gli si dà palla interpreta che deve fare qualcosa da eroe sempre, stasera qualche palla l'ha pulita sulla pressione dei calciatori della Roma, ha atteso i calciatori a sostegno, l'ha giocata bene e ha permesso di sviluppare tante azioni. Poi si è fatto trovare pronto su molte incursioni, si queste palle giocate dietro alla linea difensiva, altre non le ha prese in considerazione anche se c'era la possibilità. È vero che è un gol eccezionale, va evidenziato che Politano gli ha dato una palla bellissima, è stata una giocata fatta di tempi e di qualità, che ha premiato la squadra".

Del Napoli si è detto sempre della qualità, oggi ci sono state sofferenza e fisicità.
"Sì, ma questo fatto della qualità: la hanno tutte le squadre. C'è chi la sa usare, sono tutte squadre che hanno qualità, che hanno rosa ampia, vediamo la rosa della Roma, della Juventus, dell'Inter, del Milan, vogliamo metterle a confronto? Bravi quelli che si sono fatti trovare pronti, c'era da essere attenti sulle punizioni laterali, sui calci d'angolo, loro hanno tutti calciatori fisici. Bravi a pulire qualche palla a duello, Kim e Jesus sono stati maestosi. Complessivamente mi sembra una partita vinta meritatamente, in cui la squadra ha saputo interpretare la gara che sarebbe venuta fuori e ha saputo sfruttare quei pochi episodi che la Roma ha concesso".

Che rapporto ha avuto con l'arbitro? Alla fine vi siete lamentati tutti in campo.
"Io sono stato sempre buono e fermo, quando mi ha ammonito stavo parlando con Jesus. C'è l'assistente di là, ma io parlavo con Jesus".

Si aspettava la Roma così?
"Sì, ho parlato di trappole per come prepara le partite. Volevano giocare velocemente sulle due punte, come trovano l'appoggio su quelle palle lì si aprono degli spazi che è difficile andare a ricomporre avendo tutti i giocatori in giro per il campo. Se perdo palla e verticalizzano io sono in preventiva in maniera ordinata e l'abbiamo fatto benissimo. Abbiamo vinto la partita come pensavamo di vincerla".

In estate i tifosi erano un po' arrabbiati. Ora 11 vittorie di fila, primo in campionato e in Champions. Lo sapeva già da quest'estate?
"C'è di mezzo lavorare dalla mattina alla sera, per portare in fondo e fare la sintesi di un discorso. Si va al campo, si tenta di dire delle cose, di far crescere la squadra, di metterla in condizione di sviluppare un calcio di qualità. Posso dire di sì o di no, ma in entrambi i modi direi delle bugie, altrimenti non avrebbero valore le persone che lavorano qui dalla mattina alla sera".

Un giudizio sulla prestazione di Gaetano? Quanto sono determinanti i giocatori che subentrano?
"Secondo me l'incertezza della partita rendeva più complesso decidere i cambi, perché poi sono stato tentato di mettere Raspadori, poi di avere idee differenti e lasciare il sistema di squadra in questo modo. Probabilmente anche stasera i comportamenti della partita e la concentrazione con cui seguivano l'andamento del match li ha aiutati a saperla interpretare bene quando sono stati dentro. Siamo una squadra molto coinvolta sulla bravura e la qualità del compagno, oltre che a pensare le proprie qualità e disponibile a vedere le qualità del compagno e a far uso delle qualità del compagno. C'è una compattezza che è un valore importante, se la manterremo ci darà dei vantaggi. Gaetano è un talentino, sanno tutti. È entrato, ha fatto bene alcune cose, si è fatto trovare sorpreso da un paio di situazioni in cui non ha scelto il meglio. È sintomo di personalità perché è andato per far male, ma è anche sintomo di non saper scegliere il meglio ed essere maturo per vedere che il vantaggio lo aveva lui ugualmente".

Che messaggio è per il campionato? Che effetto le fa vedere il Napoli come la squadra da battere?
"Dà il segnale di aver vinto 11 partite, con la prossima che sarà ancora più difficile per quello che è ciò che si porta dietro e perché involontariamente le nostre vittorie rafforzano da un punto di vista di attenzione il prossimo avversario. Dobbiamo essere bravi a mantenere la testa lucida e pulita. Si vede che poi perdendo un pallone banale come stasera abbiamo dovuto fare queste corse a perdifiato per ricomporci dentro l'area di rigore e a intercettare i tiri da fuori e non si sa mai come va a finire. C'è da lavorare con più forza, serietà, ricerca di essere più completi e precisi".

Dieci punti dalla Juventus, otto dall'Inter, sette dalla Roma, tre dal Milan. Come definisce la stagione del Napoli fin qui?
"Il titolo è che i titoli non si vincono dopo undici partite, si vincono a maggio, a giugno, ad agosto. Quando finisce il campionato, si vincono. Mantenere i piedi per terra. Zero presunzione, zero atteggiamenti da fenomeni, si va, si mangia il nostro panino in treno e domattina c'è allenamento perché mercoledì c'è il Maradona pieno".

Spalletti a Sky Sport

“I dati sono quelli lì, poi bisogna rimanere con i piedi per terra e la testa pulita, lucida. Le lotte per i campionati si fanno a giugno, c’è ancora molta strada. Mi fa piacere che la squadra abbia vinto la partita andando a evitare le trappole di questa partita che era importante, caricata a pallettoni. Il rischio era nella fase di sviluppo e di costruzione di restare aperti con i due terzini. Loro quando riconquistano vanno dritto per dritto con le punte, Kim e Jesus hanno fatto una partita importantissima, da gladiatori. Ci siamo sempre fatti trovare pronti e non abbiamo sofferto su queste verticalizzazioni improvvise della Roma”.

Quando ha deciso di tenere dentro Osimhen fino alla fine?
“È un giocatore che deve ancora fare qualche passo verso la maturazione, a volte si slega dal corpo squadra, non è sostenuto dalla squadra, però poi ha questi strappi e queste situazioni. Quando lo pensi finito, con le mani sulle ginocchia, gli randelli una palla dalla bandierina e lui riparte così. Ha l’atteggiamento dell’animale che vede la preda. Dovevamo tenerlo in campo per le palle inattive, gli ha dato una grande palla Politano e ha segnato un gol difficile”.

Quanto sente sua questa squadra?
“Quello che fa la differenza è l’entusiasmo dei calciatori, anche stasera la squadra dalla panchina seguiva le sorti di chi era in campo, quando sono entrati erano subito in partita Elmas e Gaetano. Fa parte della compattezza di squadra che abbiamo, sono contento di questa squadra che è fatta di bravissimi ragazzi, persone serie e professionisti top. È un piacere allenarla e sono convinto che potremo toglierci qualche altra soddisfazione”.


Altre notizie
Venerdì 13 dicembre
PUBBLICITÀ