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Shakhtar, Bernard: "Con la Roma le partite tra le più importanti della stagione. I giallorossi sono un grande club"

di Gabriele Chiocchio
Fonte: shakhtar.com

Il brasiliano Bernard si è raccontato in un'intervista al sito ufficiale del suo club, lo Shakhtar Donetsk, prossimo avversario della Roma in Champions League.

Possiamo dire che tu non sia molto alto. È stato un ostacolo all’inizio della tua carriera?
“È stato un grosso ostacolo. Una volta diventato professionista, non è più stato un problema, ma nelle giovanili dell’Atletico Mineiro ho dovuto affrontare molti pregiudizi basati su questo. Diverse persone mi dissero che non sarei mai diventato un professionista proprio a causa della mia altezza. Tutta questa negatività ha fatto sì che volessi ancor più avere successo, per mostrare loro di cosa fossi capace. Non mi sono mai scoraggiato. Tutto questo mi ha reso più determinato a migliorarmi ogni giorno, per ottenere tutto quello che ho sempre sognato”.

In che modo le tue qualità fisiche hanno influenzato il tuo modo di giocare e la tua posizione?
“Non ho l’altezza tra le mie armi principali e non sono un giocatore che ha il fisico che ti puoi aspettare nel calcio di oggi. Dunque, penso di aver dovuto esplorare le altre qualità che sono innate in me. Ho anche l’abilità di mostrare le mie caratteristiche, agilità e velocità. Devo pensare un po’ più velocemente per anticipare le mosse e anche escludere il fattore del contatto fisico con gli avversari. Penso di essere cosciente sia dei miei limiti che delle mie qualità, dunque provo a sfruttare più le seconde in campo”.

In cosa sei migliorato da quando giochi nello Shakhtar?
“In molti campi… penso che in termini di tattica, purtroppo, nel calcio brasiliano le squadre giovanili non siano molto sviluppate e non ti viene mostrato cosa devi fare. Qui Paulo Fonseca mi ha aiutato molto e ha facilitato la mia capacità di prendere decisioni durante i momenti chiave della partita, quando hai bisogno di agire due o tre secondi più velocemente. Penso di essere migliorato molto non solo come giocatore, ma anche come uomo. Sono maturato molto”.

Questa è la tua quarta stagione in Champions League e stai giocando un ruolo molto importante da questo punto di vista: sei stato titolare in tutte e sei le partite e hai segnato tre gol.
“Sono molto contento in termini individuali, perché questa è stata una stagione molto speciale per me con lo Shakhtar. Ho potuto aiutare la squadra nel modo migliore possibile, con gol e assist. E non solo io, ma tutta la squadra ha giocato molto bene in Champions League, tutto questo riflette il lavoro di Paulo Fonseca. È una stagione importante, una stagione in cui abbiamo giocato bene, ma abbiamo fatto solo il primo passo. Ora abbiamo uno step molto importante contro la Roma negli ottavi di finale. Dobbiamo continuare a restare concentrati per queste partite, perché sappiamo che sono partite difficili e, per me, sono tra le più importanti gare della stagione”.

La Roma ha quattro brasiliani in rosa, che qualità hanno?
“Penso che siano buoni giocatori, senza dubbio. Altrimenti, non giocherebbero nella Roma, perché la Roma è un grande club, che ha molta storia. Penso che sarà importante per noi essere coscienti delle loro qualità di squadra. A livello individuale, facciamo quello che deve essere fatto in campo in millisecondi. Penso che se saremo concentrati sulla Roma come squadra, potremo giocare sulle debolezze che hanno, perché tutte le squadre ne hanno”.

Quanto conta avere successo in Champions League per la squadra e per i tifosi?
“Penso che sia una grande fonte di felicità. Come ho detto prima, nella fase iniziale abbiamo avuto un gruppo molto complicato. Molte persone dicevano che sarebbe stato possibile non qualificarci nemmeno per l’Europa League, ma siamo riusciti a superare il turno in un gruppo che comprendeva il Napoli, attuale capolista in Serie A. Anche il Manchester City è primo in classifica in Premier League e siamo riusciti a battere entrambe le squadre. Ci rende molto felici per il lavoro che facciamo quotidianamente. Penso che questa Champions League stia diventando molto speciale per i club che abbiamo sconfitto e per il modo in cui abbiamo giocato”.

Lo Shakhtar è riuscito ad adattarsi al Metalist Stadium di Kharkiv. Vi sentite quasi a casa lì?
“È difficile dire di sentirsi a casa perché, purtroppo, abbiamo dovuto lasciare Donetsk, con il suo eccellente stadio e la sua eccellente atmosfera. La nostra casa sarà sempre la Donbass Arena. Tuttavia, nonostante tutte queste difficoltà, abbiamo adottato Kharkiv e Kharkiv ci ha adottato per le nostre partite, e abbiamo vissuto momenti molto felici, momenti di vittoria. Penso che l’affetto che abbiamo per la città, per tutto quello che ha fatto per noi, sia già molto profondo. Spero che anche noi riusciremo a portare felicità in qualche modo”.


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