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Nasce MyRoma, esempio dazionariato popolare allitaliana

di Emanuele Melfi
Fonte: Il Punto

Nasce a Roma l'associazione dei tifosi che vogliono far decollare il progetto di “azionariato popolare”. Si chiamerà MyRoma, avrà un comitato guida, ed è stato costituito giovedì 27 maggio. Il progetto nasce da un’idea di Walter Campanile, uno che ama definirsi “semplice tifoso”, che ha riunito nella sede dell’Ente Eur SpA gli 83 costituenti dell'associazione, primi firmatari tra cui spiccano personaggi del mondo dello spettacolo, della finanza, dell’università, della cultura, della musica, ma anche semplici supporter dell’A.s. Roma.

La prima domanda, quasi banale signor Campanile: cosa rappresenta per lei questa iniziativa?
“Un sogno che diventa realtà. Per me, anzi, mi permetta di dire per tutti quelli che hanno creduto, sin dall’inizio, nell’idea di un progetto focalizzato sull’azionariato popolare, in linea con quanto già avviene nel resto d’Europa”.
Possiamo definirlo, ben oltre il ragionamento economico-politico, un progetto di crescita per i tifosi?
“Sì, perché il popolo giallorosso deve ambire a diventare come le tifoserie dei più importanti club d’Europa, dove i tifosi collaborano con le società di calcio per lo sviluppo globale del marchio sportivo e sono parte integrante del progetto economico-sportivo della struttura stessa”.
Quanti sono i progetti simili al suo nel vecchio continente?
“Più di centottanta. Ecco, la presenza di oltre 180 progetti di azionariato popolare in tutta Europa conferma il trend di crescita di questo fenomeno. Per esempio, nel giorno della presentazione di MyRoma, erano presenti nella capitale i rappresentanti della Supporters Direct e del Trust dell’Amburgo”.
Non può che essere un progetto nato per pensare ed agire “in grande”, immagino.
“Beh, pensare che il Barcellona in Spagna ha attualmente più di 175 mila soci non può che essere uno stimolo per realizzare questo nuovo grande sogno giallorosso”.
Cosa può dare il suo progetto, My Roma, all’As Roma?
“Una club supportato da una struttura di azionariato popolare è una realtà più ricca e vicina alle esigenze dei propri tifosi, oltre che capace di rispondervi in tempo reale. Noi ci crediamo e vogliamo realizzarlo insieme al club”.
Dunque, un punto di riferimento per i tifosi?
“Si, certo. MyRoma ha proprio questo, fra gli obiettivi: diventare un punto di riferimento per la tifoseria giallorossa, per chi vuol vedere realizzato il primo modello italiano di azionariato popolare. Un elemento centrale per lo sviluppo futuro della società capitolina, che deve puntare a rimanere stabilmente nell’élite del calcio internazionale, grazie anche al supporto della tifoseria romanista”.
Oggi la nascita della Costituente, con la firma degli 83 soci fondatori, lo sviluppo del Codice etico e altre inevitabili formalità. E domani?
“Domani cominceremo subito i lavori per allestire le infrastrutture utili ad accogliere le sottoscrizioni”.
A chi è rivolto l’azionariato popolare romanista?
“Alla fan-base dell’As Roma, incluse le community di supporter presenti all’estero. I sostenitori giallorossi potranno finalmente unirsi in un’esperienza ancora sconosciuta in Italia, ma sulla quale si fondano i successi di alcuni dei club più prestigiosi del calcio continentale”.
Può spiegare la filosofia di MyRoma?
“La filosofia, condivisa da tutte le tipologie di azionariato popolare, è che l’associazione sia democratica, che non sia esclusiva, ma popolare. Soprattutto, che non sia a scopo di lucro. Questi principi sono il fulcro da cui siamo partiti e grazie al supporto dello studio Biamonti abbiamo studiato una fattibilità giuridica prima in campo nazionale e poi sul caso dell’As Roma nello specifico”.
Dell’Assemblea costituente fanno parte 83 soci. Significa che avranno maggior speso specifico rispetto a chi subentrerà in corso d’opera?
“No. L’assemblea costituente ha avuto il compito di approvare la struttura approvata e lo scopo sociale. Non ci saranno tifosi di serie A e B”.
Dunque, la democraticità come primo input?
“Certo che si, la prima proposta è stata proprio quella di avere fra i capisaldi un’entità democratica per sostenere la società assistendone la crescita sportiva”.
Altri… capisaldi?
“Creare benefici per gli associati, diffondere la nostra storia e accrescere la passione per i colori nel mondo al fine di allargare la fan base”.
La tifoseria romanista è una delle più numerose d’Italia. Non esiste il rischio che se aderisse solo la metà dei tifosi giallorossi, potreste andare incontro a un collasso?
“No, e le spiego il motivo. Proprio nello studio con vari progetti abbiamo visto che una tifoseria così numerosa ha bisogno di un secondo organo: un’assemblea rappresentativa. Un’assemblea che sarà composta da un numero di associati uguale ad una percentuale ancora da definire, a sorteggio tra tutti gli associati. L’organo avrà il compito di nominare gli organi: consiglio direttivo con voto di lista, ovvero ci saranno dei candidati con requisiti di onorabilità e competenza e saranno votati direttamente con l’assemblea. E dovranno essere membri da almeno due anni”.


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