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Cambio Campo - Malaguti: "La partita di oggi sarà condizionata dal risultato della Salernitana. Il Venezia proverà nel finale a fare il colpaccio all'Olimpico"

di Emiliano Tomasini
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Emiliano Tomasini

Torna l'appuntamento con "Cambio Campo", la rubrica di Vocegiallorossa.it nella quale, prima di ogni partita della Roma, vi proponiamo un'intervista ad un giornalista che segue la squadra avversaria.

L’ospite di oggi è Giuseppe Malaguti di Tuttoveneziasport.it, con il quale abbiamo parlato di Roma-Venezia.

Per il Venezia è una partita da dentro o fuori, ti aspetti una squadra propositiva o attendista? Come si affronteranno le due squadre?
“La partita è un po’ condizionata da quello che accadrà qualche ora prima tra Empoli e Salernitana. Se i campani dovessero fare anche solo un punto, sarebbe Serie B per il Venezia e questo condizionerebbe la partita dell’Olimpico. In generale, mi aspetto un Venezia molto attento perché la qualità della Roma in attacco è molto alta. La squadra di Soncin proverà a ripartire in contropiede e proverà ad affidarsi alle giocate di Henry, che è il giocatore più importante. Il Venezia giocherà di attesa, per provare poi nel finale a fare il colpaccio all’Olimpico. Ma senza dubbio tanto dipenderà da quello che accadrà qualche ora prima a Empoli”.

La vittoria all’andata contro la Roma è forse l’apice della stagione del Venezia, quanto conterebbe una vittoria all’Olimpico anche in caso di retrocessione?
“Sicuramente la partita dell’andata è stato il momento più alto della stagione, perché si affrontava una squadra straordinaria come la Roma. Dopo sono arrivate anche altre vittorie importanti, ma poi la squadra si è un po’ sfaldata. Probabilmente quella vittoria ha anche un po’ illuso. Credo che – al di là dell’eventuale retrocessione – contro la Roma il Venezia proverà a mettere in campo una prestazione simile a quella vista contro il Bologna. La squadra proverà a concludere il campionato con dignità, prima della vittoria con il Bologna si veniva da 10 sconfitte consecutive. Fare una bella partita contro la Roma sarebbe importante anche per il futuro, perché ti darebbe molta fiducia anche per la prossima stagione. La Roma si sta giocando un trofeo europeo, abbiamo visto tutti lo spettacolo dello stadio in occasione della gara con il Leicester. Ha tanti grandi giocatori, quindi sarebbe molto importante per il Venezia fare una bella prestazione e ottenere un risultato positivo”.

Zanetti è l’uomo che ha riportato il Venezia in Serie A dopo circa 20 anni, ma - anche vedendo i risultati delle altre squadre che hanno cambiato allenatore - non è arrivato un po’ tardi il suo esonero?
“Sono d’accordo. Se dovevi esonerarlo, dovevi farlo prima. Farlo a poche giornate dalla fine non aveva molto senso. Zanetti non credo abbia grandi responsabilità per il campionato negativo del Venezia. Tutti hanno responsabilità ovviamente, ma credo abbia influito molto il mercato invernale. Zanetti è un ottimo allenatore, ha portato il Venezia in Serie A con una squadra che era costruita per fare un campionato tranquillo, per salvarsi. Lo scorso anno lui ha fatto una sorta di miracolo, proponendo anche un bel gioco. La Serie A chiaramente è un’altra cosa. In teoria, il progetto era che anche in caso di Serie B sarebbe dovuto rimanere lui, infatti aveva un quadriennale. Le altre squadre hanno cambiato allenatore nel corso della stagione, alcune anche più di una volta. Se volevi mandarlo via, dovevi farlo anche tu prima. A così poche giornate dalla fine non aveva più senso. Lui qui a Venezia poi è amatissimo da tutti. Al di là del valore del tecnico è proprio una persona speciale”.

Il mercato di gennaio non ha portato gli esiti sperati. Tanti giocatori arrivati non si sono integrati e anche in uscita è stato commesso qualche errore, Mazzocchi ad esempio ora sta facendo benissimo a Salerno. Quanto ha influito?
“Il mercato di gennaio è stato determinante in negativo. Sono arrivati dei giocatori sulla carta importanti, come Nani e Nsame. Nani è rimasto un oggetto misterioso. Nsame veniva da un infortunio gravissimo e si è visto. Non è mai entrato in forma, in campo correva male. Prendere un Nsame per rinunciare a un giocatore come Forte non ha avuto molto senso. Forte non è chiaramente un campione, ma sarebbe stato molto più utile alla causa, anche perché era un leader dello spogliatoio. Mazzocchi anche era un leader della squadra e poi era fondamentale per il gioco di Zanetti: perché per la costruzione dal basso lui era bravissimo a saltare l’uomo. Ora sta facendo molto bene a Salerno. Hai ceduto due giocatori italiani importanti nello spogliatoio, si è investito su alcuni giocatori stranieri e si è sbagliato. La squadra alla fine non solo non si è rinforzata, ma si è anche indebolita”.

Aramu è un po’ lo specchio della stagione del Venezia: grande inizio, calo nella seconda parte di stagione e ora piccola ripresa. È un giocatore che può restare in Serie A?
“Aramu è un giocatore che ha i colpi per stare in Serie A. Credo abbia patito anche lui le difficoltà tecnico-tattiche della squadra nella seconda parte di stagione. Probabilmente ha avvertito anche un po’ di pressione. Sicuramente è il giocatore più talentuoso della squadra, è molto abile nei calci piazzati, ha segnato 7 gol e servito diversi assist. Certo, nella situazione di difficoltà è un po’ sparito. Non credo sia tutta colpa sua, ma è innegabile che sia un po’ sparito. Fisicamente soffre un po’ la fisicità della Serie A, ma credo possa rimanere in questo campionato”.

Tra i giocatori del Venezia, chi ti ha sorpreso di più in questa stagione?
“Direi Henry e soprattutto Ampadu. Il gallese è stato sicuramente tra i più positivi. Può giocare sia in difesa che a centrocampo. A fine stagione rientrerà al Chelsea, è molto giovane e farà strada. Ha grande personalità e grande fisico. Dove lo metti sta, è un mastino. Gioca centrale a 3, centrale nella difesa a 4, terzino destro. A centrocampo può fare la mezzala e anche il play basso. Zanetti stravedeva per lui e anche Soncin lo apprezza molto. Non è un fenomeno, ma ti dà tanta qualità e quantità. È un giocatore veramente importante”.

Cosa è cambiato con l’arrivo di Soncin a livello tattico?
“Soncin con la Primavera ha sempre giocato a 3 dietro e ora l’ha messa in atto anche con la Prima Squadra. Ha quindi stravolto tatticamente la squadra, perché Zanetti utilizzava molto il 4-3-3. Per Soncin sono molto importanti gli esterni di centrocampo, che devono spingere tanto ma anche ripiegare in difesa. Davanti gioca con un trequartista che sta circa 10 metri dietro all’unica punta”.


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