Cambio Campo - Turco: "Il Torino non deve avere paura della Roma. Juric? Un uomo vero, mi ha sorpreso il suo arrivo in giallorosso"
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Marco Campanella
Torna l'appuntamento con "Cambio Campo", la rubrica di Vocegiallorossa.it nella quale, prima di ogni partita della Roma, vi proponiamo un'intervista ad un giornalista che segue la squadra avversaria.
L’ospite di oggi è Fabrizio Turco, giornalista de La Repubblica, con il quale abbiamo parlato di Roma-Torino.
Il Torino è alle prese con un ottimo avvio di stagione con Paolo Vanoli allenatore. Ti aspettavi questo inizio di campionato dei granata?
"Paolo Vanoli sta facendo bene, nonostante una rosa che è sicuramente indebolita rispetto allo scorso anno. Ecco perché onestamente non mi aspettavo un avvio di campionato così positivo, anche se dopo lo strappo iniziale che ha portato alla squadra ad essere al primo posto in solitaria, sono arrivati quattro risultati negativi di fila che hanno ridimensionato i sogni granata".
Qual è l’obiettivo stagionale del Torino? Fare un campionato tranquillo o c’è la speranza di un ritorno in Europa?
"Difficile stabilire quale possa essere l'obiettivo stagionale del Torino, in questo momento. Perché l'avvio di stagione aveva fatto vedere tutto rosa, mentre l'ultimo mese, caratterizzato da quattro sconfitte consecutive fra campionato e Coppa Italia e, soprattutto, dagli undici gol incassati in quattro partite di Serie A, hanno evidentemente cambiato completamente le prospettive. Ecco perché il trittico Roma, Fiorentina e Juventus prima della pausa potrà dir molto a proposito, non soltanto del presente, ma anche del futuro granata".
Come e quanto è cambiato il Torino in questa stagione rispetto al passato?
"Il Torino quest'anno è cambiato completamente. Vero è che lo schieramento tattico è il medesimo del passato, a partire dalla difesa a tre, ma è proprio l'atteggiamento strategico e mentale ad essersi trasformato. Con Juric, infatti, il punto di forza della squadra era la difesa, l'obiettivo era anzitutto non prendere gol. I numeri evidenziano come oggi sia tutto cambiato: con Vanoli c'è più facilità ad offendere, certo, ma anche una retroguardia che a tratti è parsa una banda del buco".
La Roma sta vivendo un periodo nero, il Torino arriverà allo Stadio Olimpico con un po’ di timore verso l’avversario oppure c’è la consapevolezza di poter vincere?
"Vietato aver paura, ci mancherebbe. La forza del Torino di quest'anno è proprio quella di giocarsela ovunque a viso aperto, cercando sempre di vincere. Anche se, naturalmente, affrontare una Roma ferita sarà molto molto complicato".
Passiamo al discorso Juric: che ricordo hai di lui come allenatore del Torino? Hai qualche aneddoto in particolare?
"Di Juric ho il ricordo di un uomo vero, che ha dato il meglio di sé proprio quando ha limitato le barriere e ha tirato fuori tutte le sue caratteristiche. Nel bene come nel male. E se dovessi riassumere in voti, il giudizio del suo triennio direi: 8 il primo anno, 6,5 il secondo, ma soltanto 5 o 5,5 l'ultimo".
Dopo gli anni al Torino, ti aspettavi di vedere Juric sulla panchina della Roma? Si meritava questa chance in una big del nostro campionato? È l’allenatore giusto per portare i giallorossi in Champions League?
"Onestamente quaranta giorni fa quando ho saputo che la Roma puntava su Ivan Juric sono rimasto un po' sorpreso. Non tanto per le qualità dell'allenatore, che secondo me sono preziose, quanto per un curriculum che finora lo aveva visto protagonista in piazza certamente meno importanti rispetto a quella giallorossa. Credo che Juric sia arrivato in un momento molto complicato e che stia pagando anche colpe non sue. Ma questo ovviamente lo può dire chi vive direttamente la piazza giallorossa, mentre le mie sono solo sensazioni che percepisco a centinaia di chilometri di distanza".
Juric pare essere in difficoltà: oltre ai risultati, anche la gestione della squadra sta lasciando un po’ a desiderare. Al Torino, il tecnico ha mai vissuto momenti complicati? Come è riuscito a superarli? Cosa dobbiamo aspettarci da lui per risollevare il futuro della Roma?
"I momenti più complicati della gestione granata nel triennio di Juric sono arrivati proprio nell'ultimo anno. A quel punto l'allenatore croato aveva il contratto in scadenza e il risultato è stato che i rapporti, soprattutto a livello societario, si erano un po' sfilacciati. E così era fatale che i risultati stentassero ad arrivare. Onestamente non so cosa possa fare Juric per risollevare il futuro della Roma; né se da parte della società ci sia ancora la volontà di puntare su di lui".