Cambio Campo - Vescini: “Quello che è successo a Ndicka è stato davvero toccante, sentire il silenzio di tutto lo stadio è stato surreale. Partita di 19 minuti? Sono pochissimi!”
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Emiliano Tomasini
Torna l'appuntamento con "Cambio Campo", la rubrica di Vocegiallorossa.it nella quale, prima di ogni partita della Roma, vi proponiamo un'intervista ad un giornalista che segue la squadra avversaria.
L’ospite di oggi è Alessandro Vescini, giornalista di Tuttoudinese.it, con il quale abbiamo parlato di Udinese-Roma.
Eri in tribuna stampa quando Ndicka ha accusato il malore, puoi raccontarci come è stato vivere quella situazione difficile?
“È stata un’esperienza davvero toccante. Non mi era mai capitato di vivere qualcosa del genere. Fortunatamente è andato tutto bene, ma in quei momenti lì ho temuto il peggio. Vedere un ragazzo accasciarsi improvvisamente… poi ho visto Svilar correre subito da Ndicka e chiamare i soccorsi, non quelli della Roma ma quelli dell’Udinese, perché erano più vicini. Poi ha richiamato l’attenzione dell’arbitro, che ha fatto subito entrare i soccorsi. Tutto questo ha fatto subito capire che stava succedendo qualcosa di grave e che sarebbe potuto accadere qualcosa di davvero brutto. Poi il momento in cui il medico della Roma ha chiesto il silenzio generale per poter ascoltare il battito di Ndicka è stato davvero toccante. La curva dell’Udinese si è improvvisamente zittita ed è calato il silenzio. È stato qualcosa di surreale. Credo difficilmente mi ricapiterà di vivere una situazione del genere, un momento in cui 26 mila persone sono rimaste tutte in silenzio. Ma non era un silenzio normale… si sentiva la preoccupazione nell’aria, c’era un’atmosfera pesante. Sono stati 30 secondi di silenzio in cui tutti hanno respirato con preoccupazione guardando il campo. Ricordo proprio questi respiri. È stata un’esperienza che mi ha toccato. E infatti è stato difficile poi subito dopo scindere la parte umana da quella professionale e dover continuare a lavorare. Soprattutto finché non sono arrivate le prime notizie confortanti, non è stato facile raccontare cosa stesse accadendo. Sicuramente è stata un’esperienza provante e un’atmosfera toccante. Però per fortuna tutto è finito nel migliore dei modi. Mi ha fatto molto piacere vedere Ndicka saltare con i compagni dopo Roma-Milan. Mi auguro sarà a Udine per ricevere un applauso dallo stadio. Comunque mi fa piacere segnalare che in una situazione del genere è emersa l’umanità di tutti, anche dei tifosi dell’Udinese. Non c’è stato un tifoso dell’Udinese che abbia chiesto che si riprendesse a giocare. È una cosa molto bella”.
Che partita ti aspetti che vedremo tra Udinese e Roma?
“Mi aspetto una partita bloccata. Non penso vedremo i fuochi d’artificio. Mi aspetto un’Udinese che proverà a portare a casa un punto, che sarebbe importantissimo. Con questo punto, Cannavaro inizierebbe bene e si porterebbe a +1 sul Frosinone. Tra perdere provando a vincere e pareggiare, non ho dubbi che per l’Udinese sia meglio pareggiare. Il cambio di allenatore non ha aiutato nella preparazione della partita, ma ormai è andata così e Cannavaro proverà a strappare questo pareggio. 19 minuti sembrano tanti ma sono pochissimi. Tempo che le squadre si studiano e prendono le misure e sono già passati 10 minuti. Poi chiaro molto dipenderà dall’approccio della Roma. La sconfitta con il Bologna obbliga i giallorossi a dover vincere, quindi mi aspetto una Roma arrembante. De Rossi metterà l’attacco pesante per provare a far gol, l’Udinese proverà a difendere”.
Cosa può fare Cannavaro per incidere sull'Udinese da qui alla fine del campionato?
“È chiaro che cinque partite e mezzo sono pochissime per provare a dare un’impronta di gioco alla squadra. Cannavaro, quindi, proverà a lavorare sull’aspetto mentale, sul coraggio e sull’ambizione dei ragazzi, che poi alla fine è un po’ stato il grande problema dell’Udinese quest’anno. È chiaro quindi che dal punto di vista del gioco non ci saranno grandi cambiamenti. Si ripartirà dalla difesa a tre e più o meno dagli stessi titolari. Cannavaro proverà a lavorare sulla testa dei suoi giocatori. La squadra ha un’età media molto bassa e ci sono diversi giocatori giovani. In una situazione simile avere un po’ più di esperienza può aiutare, basti pensare a cosa sta succedendo a Lecce. Proverà a portare anche un po’ di serenità, che serve per affrontare al meglio questa situazione. Quindi, dal punto di vista tattico, mi aspetto pochi cambiamenti, mentre Cannavaro dovrà riuscire a incidere dal punto di vista della gestione emotiva. Si è deciso di cambiare allenatore proprio per questo. Cioffi non è riuscito a dare una scossa alla squadra, o meglio ci è riuscito ma solo a tratti. Ora con l’arrivo di Cannavaro la società prova a dare un elettroshock alla squadra. Un aiuto importante può arrivare anche da Giampiero Pinzi, che la società ha voluto fortemente nello staff di Cannavaro. Pinzi conosce molto bene l’ambiente e ha sicuramente tanto da trasmettere alla squadra. Pinzi e Cannavaro proveranno a trasmettere serenità a un ambiente che, al momento, ha seriamente paura di retrocedere. L’inserimento di Pinzi nello staff ripercorre in un certo senso, e tra mille virgolette, la strada percorsa dalla Roma con De Rossi. Pinzi sa cosa vuol dire giocare per l’Udinese, sa cosa vuole l’ambiente. Poi conosce già molti giocatori perché è stato anche il collaboratore di Cioffi nella sua prima esperienza a Udine e di Tudor. Ha già lavorato con Walace, Pereyra - di cui è anche stato compagno di squadra - e tanti altri. Conosce le dinamiche interne dello spogliatoio e sa già come muoversi, sa cosa dire o non dire per provare a togliere quest’ansia che c’è”.
Fino all'interruzione l'Udinese aveva giocato una buona gara contro la Roma e anche contro il Verona la prestazione è stata positiva, come mai però la squadra è così in crisi di risultati?
“La squadra è così in crisi di risultati perché non è abituata a lottare per la salvezza e a trovarsi in questa posizione di classifica, in questo momento della stagione. Negli ultimi anni la salvezza era sempre scontata e campionati da 42-43 punti erano definiti mediocri dai tifosi. La squadra non è stata in grado e (al momento) non è in grado di gestire questa pressione. C’è anche una gran parte dei titolari che è alla prima stagione in Italia, devono ambientarsi ancora e non sanno cosa significa lottare per la salvezza in Serie A. Poi la grande mancanza di quest’anno è l’assenza di leader. Mancano i leader nello spogliatoio, giocatori che guidino la squadra e che si facciano sentire dai compagni. L’unico è Pereyra, a Walace è stata tolta la fascia perché non aveva abbastanza leadership. Tanti leader sono stati mandati via, penso a Nuytinck, Masina, Silvestri è finito in panchina. Deulofeu non c’è mai stato, lui è un leader carismatico e tecnico, la sua assenza pesa molto. A tutte queste cose aggiungo che secondo il mio modesto parere la squadra poi è stata deresponsabilizzata troppo. Il grande errore commesso da Cioffi, secondo me, è stato deresponsabilizzare la squadra. Lui inizialmente faceva un 3-5-2 molto aggressivo, andava uomo su uomo, ma vedendo le difficoltà della squadra, ha deciso di giocare sempre di rimessa. Ha messo due linee davanti al portiere e alla fine si giocava con un 3-6-1, tutti dietro e si provava a segnare in contropiede. Così si spiega anche perché l’Udinese abbia ottenuto solo quattro vittorie in questo campionato e, non a caso, tutte arrivate contro squadre che sono in alto in classifica, Milan, Juventus, Bologna e Lazio. Giocando tutti dietro e puntando sul contropiede, è più facile vincere contro squadre che attaccano molto. Quando l’Udinese doveva fare la partita, ha invece avuto difficoltà. I giocatori appunto sono stati deresponsabilizzati e non riuscivano a giocare. Tante volte, nel finale, la squadra ha mollato o avuto paura e, infatti, nei minuti finali l’Udinese ha perso ben 18 punti, che sono tantissimi. Bastava farne la metà e l’Udinese sarebbe già salvo. In generale, riassumendo, il problema principale è mentale. Come rosa, l’Udinese non ha il potenziale di Monza o Torino, quindi non poteva fare un campionato da 45-50 punti, però doveva salvarsi tranquillamente. Il grande problema mentale ha tolto tanti punti all’Udinese. Al momento, poi, per l’Udinese è molto difficile giocare in casa. I tifosi hanno molta paura di retrocedere e i giocatori avvertono questa paura. Mancando di esperienza, questa paura poi condiziona i giocatori in campo. Al momento i giocatori non riescono a dare quel qualcosa in più”.