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Balzaretti: "A livello personale lo scorso anno è stato orribile"

di Claudio Lollobrigida

Come anticipato questa mattina, al termine del primo allenamento odierno il terzino Federico Balzaretti ha risposto alle domande dei giornalisti dalla sala stampa del ritiro di Riscone di Brunico. Vocegiallorossa.it propone la diretta testuale della conferenza stampa.

C'è voglia di riscatto anche a livello personale?
"Sì, c'è tantissima voglia di riscatto, perché la scorsa stagione dal punto di vista personale è stata orribile, pessima e sono stato il primo a stare male e sto ancora tanto, tanto male. Quando purtroppo si delude un ambiente, la società e i compagni è pesante. La finale pesa tantissimo dentro me, dentro tutti e purtroppo non sarà una cosa facilmente cancellabile. E' stato un trauma per tutti e parlarne adesso ancora non mi fa stare bene. Appurato ciò ne siamo tutti consapevoli e cerchiamo di ripartire passo passo, cercando di riprendere la fiducia in me stesso e ritrovare quello che avevo espresso gli anni passati. C'è grandissima voglia ma bisogna riprendersi pian pianino perché è stato davvero un anno negativo per tutti".

Hanno inciso in negativo i tanti cambi in panchina?
"E' necessario, in ogni squadra, tracciare una rotta e seguirla. Queste cose noi abbiamo cercato di farle l'anno scorso ma non ci siamo riusciti, nel senso che il lavoro che abbiamo fatto quotidianamente è stato importante. Però poi quello che conta è la partita la domenica. Credevamo nel lavoro settimanale costante e fatto bene, nel progetto Zeman, anche quando è arrivato Aurelio. Non siamo riusciti ad esprimere quello che facevamo in settimana e quindi non ci sono alibi: chi va i campo sono i giocatori, le responsabilità innanzitutto sono le nostre. Quindi ripeto: quello che si fa in settimana è importante, ma quello che si fa la domenica lo è ancora di più. Non siamo riusciti ad essere squadra e a mettere in campo quello che facevamo in settimana, è stato ilo nostro limite e quello che ci ha penalizzato. Durante tutto l'anno non ho mai visto un giocatore tirarsi indietro nel fare un allenamento o una partitella, quindi il problema non è mai stato in quello che si fa settimanalmente, ma metterlo in campo la domenica".

Un giudizio su Maicon?
"E' un campione, ha fatto la differenza in una squadra come l'Inter che ha vinto tutto. E' un grandissimo, colpo un grandissimo rinforzo, un campione di primo livello. Nel suo ruolo credo sia stato il milgiore al mondo, forse anche per lui l'anno scorso non è stato un anno positivo perché non ha giocato molto, ma fino a due anni fa era il miglior terzino al mondo. Non è che siamo contenti, di più. Ci darà una grande mano. De Sanctis? E' un uomo squadra, un giocatore di grandissima personalità, un portiere che parla moltissimo e che aiuta la squadra. Anche lui nella sua carriera ha sempre avuto risultati importanti, viene da tre o quattro stagioni a Napoli in cui è stato protagonista e quindi è anche lui un grande rinforzo".

Per riscattarsi basta riconquistare l'Europa o serve puntare più in alto?
"L'anno scorso quando sono arrivato si parlava veramente quasi di scudetto e poi abbiamo visto le delusioni che abbiamo dato alla gente. Quindi non è giusto fare proclami ma dobbiamo riprendere fiducia in noi stessi, questo deve essere lo step. Questa squadra sulla carta, così come l'anno scorso, può raggiungere la Champions Leauge tranquillamente, questa è una cosa. Lo poteva la squadra dell'anno scoso come quella di quest'anno, non è cambiato molto e in più sono arrivati giocatori importanti. Fare proclami adesso no, di parole se ne sono dette tante e i fatti sono stati pochi, forse sarebbe meglio fare il contrario".

Le contestazioni di questi giorni sono più uno stimolo o un freno?
"Dispiace sicuramente, però ci stanno. Quando siamo venuti qua sapevamo della contestazione, c'era stata dopo il derby e riaccadrà anche. E' una cosa che soprattutto in Italia c'è e ci può stare, dire che siamo contenti di questo no, ma gli applausi bisogna meritarseli. Non ce li siamo meritati e sta a noi riscattarci ed essere sempre più uniti nei momenti di difficoltà. I tifosi più che per i giocatori tifano per la maglia e quindi dalla prima di campionato tiferanno per la Roma, non ho dubbi. Poi magari ce l'avranno con Balzaretti piuttosto che con un altro giocatore ma tiferanno la Roma e ci staranno vicini".

I giocatori che stanno portando esperienza, come ad esempio Maicon, possono aiutare a colmare la differenza con le altre squadre?
"Non ti so dire cosa sia mancato, può essere anche un po' di esperienza e un calciatore che ne abbia può aiutare nei momenti difficili ma non ho la controprova, non è matematica. Sicuramente sono stati presi giocatori internazionali, ci daranno una grande mano e possono essere d'aiuto anche i ragazzi più giovani. Sono acquisti veramente importanti".

La possibilità di andare al Mondiale può essere uno stimolo in più per riscattarti?
"Certo, il sogno di ciascuno di noi è giocare in Nazionale, ci sono stato due anni e negli ultimi sei mesi dell'anno scorso non ci sono andato più. Sicuramente il Mondiale è un obiettivo al quale punto però si passa sempre da piccoli passaggi, come ritrovare la fiducia e giocare a buoni livelli. I risultati della squadra devono naturalmente aiutare". 

Prime impressioni su Garcia? Come ti senti a livello fisico?
"Ho lavorato tutta l'estate e sento meno dolore. Riuscire ad allenarmi con continuità e non avere infortuni è importante, è una cosa che aiuta ad avere una buona condizione fisica, a trovare il ritmo e questo è importante. Amo il mio lavoro, non è mai mancato 24 ore su 24. Garcia sta lavorando bene, anche se è passata una sola settimana mi sembra molto deciso, ha delle idee ben chiare e ci auguriamo che possa lavorare con serenità". 

Cosa pensi di Dodò? Garcia ha chiesto movimenti particolari sulle fasce rispetto agli altri allenatori?
"No, per ora i movimenti sono più o meno gli stessi per quel poco che abbiamo provato, nel calcio nessuno si inventa nulla. E' semplice il calcio, i movimenti sono sempre quelli. Solo le scelte che condizionano i tempi e gli spazi di gioco, il giocatore stesso deve saper leggere la giocata. L'allenatore ti dà indicazioni e chiede un certo tipo di lavoro, ma è il giocatore in campo che deve sapere cosa fare e vedere le posizioni dei compagni. C'è molto istino, non è subbuteo. Dodò sta bene fisicamente e ci auguriamo che anche lui possa fare una grande stagione e che si alleni sempre con continuità, perché ha talento, è fortissimo ma deve trovare continuità. Poi riuscirà a fare la differenza".


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