Lazio-Roma 3-0 - Cosa dicono gli xG - Seconda peggior produzione offensiva stagionale: confermato il trend con le grandi. GRAFICA!
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Negli ultimi anni è stato sviluppato un nuovo tipo di dato che può aiutare ad analizzare ciò che è successo nelle partite di calcio e il rendimento delle squadre. Si tratta del dato degli Expected Goals, vale a dire un numero che quantifica, in media, i gol che si segnano in una partita dai tiri che si prendono durante la gara. Un numero non indiscutibile, in quanto sono stati sviluppati diversi modelli che danno dei risultati diversi (anche se tendenzialmente simili), e al quale non si può ridurre l’intero andamento di un match, ma che può aiutare a dare contezza di determinate situazioni in modo più freddo. Ecco l’analisi di Lazio-Roma, con i dati di understat.com.
LAZIO NEL SUO TREND - Ancora una volta, partiamo dalla fine: il conto finale degli expected goal del match è di 0,94 a 0,64, vale a dire che la Lazio è riuscita a segnare tre gol creando a malapena i presupposti per uno. L’unica vera grande occasione è stata quella concretizzata da Immobile, tra l'altro nata da un errore marchiano di Ibanez: un tiro da 0,43 xG, valore simile agli 0,41 sprecati da Džeko nel finale. E se per la Roma overperformare è una mezza impresa, per la Lazio in questa stagione è stata quasi la normalità: i biancocelesti avevano consistentemente segnato più di quanto creato in 5 delle precedenti 8 gare vinte, con il top di 4 gol realizzati da 1,76 xG creati sul campo del Torino, delta 2,24. Performance sostanzialmente pari contro Cagliari (2 gol a fronte di 1,99 xG) e Fiorentina (2 gol a fronte di 1,92 xG), solo nella giornata precedente i biancocelesti erano stati poco concreti, con i 2 gol contro il Parma usciti da 3,42 xG.
LUIS ALBERTO MAGICO, CON L’AIUTINO - Se Immobile segna un gol “da fare”, Luis Alberto ne insacca due complicati: la rete del 2-0 nasce da un diagonale da 0,09 xG, il 3-0 da un piazzato da 0,07 xG. Tiri statisticamente poco rilevanti, resi pericolosi dalla sua eccellente tecnica e anche da una scarsa opposizione della difesa. Parlando in particolare della seconda delle due marcature, Luis Alberto è libero di controllare, prendere la mira e tirare: gli xG non tengono conto di tutto questo, ma solo del numero di giocatori tra il pallone e la porta, e per questo il valore è di 0,07, ma empiricamente la situazione sembrava ben più facile, specie per lui, di quanto i numeri raccontino.
DŽEKO ANCORA IN DEBITO - Degli appena 0,64 xG creati dalla Roma (0,12 nel primo tempo), 0,41, come già detto, arrivano dall’occasione sprecata da Džeko nel finale, un tiro da pochi passi che ha chiamato Reina alla superparata. Non solo, perché i numeri non raccontano della chance del primo tempo sullo 0-0 in mischia: da pochi passi, non è Džeko a toccare, ma Acerbi che lo anticipa rischiando l’autogol, col pallone che finisce a Reina.
LA FATICA CONTRO LE GRANDI - Un’altra partita di alta classifica in cui la Roma non fa risultato. Anzi, oltre a non fare risultato, neanche lo costruisce, perché i numeri confermano una tendenza negativa a livello di creazione di occasioni. Se contro Juventus e Milan la fase offensiva era stata comunque di qualità (rispettivamente 2,82 e 2,36 xG), nelle rovinose cadute con Napoli e Atalanta non si è raggiunto il gol creato: 0,31 al Maradona, 0,71 all’Azzurri d’Italia. Tendenza confermata la scorsa settimana con gli 0,90 xG creati con l’Inter e in questo derby, con 0,64, seconda peggior prestazione stagionale. Segno, probabilmente, di un’identità e un’applicazione offensiva non sufficienti per poter dire la propria in questo tipo di gare.