Roma-Liverpool 4-2 - Da Zero a Dieci - Čeferin, ci sei? L'ambizione di De Rossi, la sfortuna di El Shaarawy
0 – Gli alibi del presidente dell'Uefa, Čeferin. Sono finiti, terminati con la finale di Kiev che vedrà due squadre scelte più dal caso (dall'arbitro) che dal campo. Una VAR utilizzata anche in maniera approssimativa sarebbe probabilmente bastata.
1 – Il rigore dato su tre. Poteva andare peggio. Uno, anche, l'errore decisivo di Nainggolan a inizio partita, che ha condizionato tutto l'incontro.
2 – All'organizzazione inglese della gara di andata tra Roma e Liverpool. Ieri bravi i tifosi della Roma, bravi quelli inglesi, bravi tutti ma, forse, chi lo sa, potrebbe aver aiutato anche il fatto di aver impedito ai tifosi del Liverpool di avvicinarsi alla Curva Sud mentre una settimana fa i tifosi giallorossi sono stati fatti circolare anche nei pressi della Kop. Così, per dire.
3 - “Si può fare una semifinale ogni 3 anni”. Non manca di certo l'ambizione a Daniele De Rossi ma la Roma ha mostrato di poter raggiungere la finale con merito, di poterci stare senza rimanere con gli occhi bassi ma a testa alta con tutti.
4 – Un tiro ogni quattro ieri è andato nello specchio della porta. Troppe le occasioni sprecate perché non ci si avvicina nemmeno allo specchio della porta. Una costante in tutta la stagione.
5 – Le gare consecutive in cui Dzeko ha timbrato il cartellino. Si giocasse sempre in Europa sarebbe capocannoniere già a dicembre.
6 – Sei qualcosa di straordinario, Roma. Squadra, pubblico, un connubio ieri praticamente perfetto.
7 – Alla prestazione di Manolas, con Salah che non riusciva nemmeno a partire in velocità. Il greco ha inoltre vinto 15 duelli aerei, con Fazio fermo a 4, per dire.
8 – Alle parole di James Pallotta a fine gara. Dure, decise e concise. Da presidente.
9 – Alla sfortuna che accompagna da un po' di tempo El Shaarawy. Ieri prima prende il palo, poi si fa parare il tiro da un difensore ma non se ne accorge nessuno in campo.
10 – Allo spirito di una squadra che non muore mai. Anche dopo aver preso il primo gol, anche dopo il secondo. I giocatori non hanno mai mollato, sfiorando un'impresa che sarebbe stata leggendaria e impressa col fuoco nella storia del calcio.