A Lilla un sorriso, tra risposte positive e preoccupazioni
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Intensità. Con questa parola sono stati più e più volte descritti gli allenamenti di questo primo mese di lavoro con Paulo Fonseca. Intensità in allenamento per avere intensità in partita, dove conta davvero, come arma da aggiungere all’arsenale a disposizione. Un’arma che nella scorsa stagione spesso è mancata e che è stata decisiva per altri per centrare i propri obiettivi; la partita di quest’oggi contro il Lille, primo avversario di pari caratura dopo le sei amichevoli disputate contro squadre di serie inferiori, è stata utile per cominciare a capire a che punto si è arrivati sotto questo aspetto e la risposta è stata positiva. I vicecampioni di Francia inizieranno il loro campionato tra una settimana e basano il loro stile di gioco su folate offensive che rappresentano la prima controindicazione al sistema di Fonseca e che nel primo tempo hanno fatto più male alla Roma di quanto dicesse il tabellone, fermo sull’1-0 dopo la zampata di Weah. La sorpresa è stata vedere una squadra in crescita dopo l’intervallo e rientrata dagli spogliatoi con la capacità di accelerare e non con la necessità di inseguire avversari teoricamente meglio messi fisicamente, rimanendo in piedi - considerando anche le sostituzioni - fino alla fine e prendendosi in extremis una vittoria che comunque farà morale. In questo periodo della stagione le variabili sono tante e non di semplice lettura, per cui è difficile e poco utile tentare di trarre giudizi di eccessiva affidabilità, ma da questo punto di vista si può lasciare il Pierre Mauroy con un sorriso. Qualche preoccupazione in più nasce se si gira lo sguardo verso questioni più prettamente tattiche e basilari nelle idee dell’allenatore, come in occasione del gol del 2-2 con un pressing alto non efficace e ancora un errore in uscita di un difensore centrale - in precedenza era stato Mancini, stavolta è Fazio - che non può far altro che aprire autostrade per gli attaccanti di turno, o come l'amplissimo, eccessivo ricorso ai lanci lunghi - cui ha fatto da contraltare una ottima prova di Edin Dzeko, in modalità calamita - in luogo di un blocco più compatto e in grado di giocare più e per più temponello stretto. Il mercato dovrà ancora porre rimedio ad alcune di queste situazioni, ma il più andrà fatto ancora in campo. Con ancora più intensità.