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A Monaco persa un’occasione, ma la nottata sembra passata

di Gabriele Chiocchio

Una sconfitta digeribile, una classifica europea che sorride, un intasamento di gare difficili lasciato alle spalle. Bastano questi elementi per rendere positiva la serata dell’Allianz Arena?

Se ci si accontenta del lato pratico, che nel calcio riveste un ruolo tutt’altro che secondario, la risposta non può essere che affermativa. La Roma continua ad avere il destino europeo nei suoi piedi dopo aver superato lo scoglio più difficile; il CSKA Mosca ha dimostrato di non essere il fantoccio visto nella Capitale, ma giocarsi la possibilità di superare il turno addirittura con una giornata d’anticipo alla Khimki Arena (che sarà ancora a porte chiuse, giacché la squadra di Slutski ha scontato contro il Bayern una squalifica della a scorsa stagione e con il Manchester City il primo dei tre, poi ridotti a due, turni di sospensione rimediati dopo i fatti dell’Olimpico) era una prospettiva quasi inimmaginabile al momento del sorteggio e chiunque avrebbe banalmente messo la firma su uno scenario del genere dopo quattro partite. Anche in campionato comincia a vedersi la luce alla fine del tunnel, quanto è lontana ancora lo stabilirà il match dell’Olimpico di domenica contro il Torino, da vincere a ogni costo per riprendere ad accumulare punti e tenere la Juventus a portata, prima della sosta che si spera possa riconsegnare a Garcia gli uomini in infermeria.

Ma in Germania, e in generale nel doppio confronto con il Bayern Monaco, la Roma ha forse perso un’occasione, quella di cominciare a capire quale sia la reale distanza con il reparto alieni del calcio europeo e di farlo senza l’assillo del risultato. Due settimane fa il tentativo c’è stato, ma è naufragato dopo pochi minuti, causando un blocco psicologico che ha portato la Roma a non giocarsi di fatto la sfida dell’Allianz Arena. La domanda è: poteva Rudi Garcia mostrare un atteggiamento meno rinunciatario e porre accorgimenti più atti almeno a infastidire i campioni di Germania piuttosto che a limitare l’inevitabile passivo?

Le dichiarazioni dei protagonisti prima e dopo la gara lasciano pensare di no. Il tecnico giallorosso ha evidentemente valutato che fosse più importante chiudere il capitolo-Bayern senza rischiare di riportare altre ferite da rimarginare e non è bastato gridare alla gioia di giocare la Champions League fin dal primo momento per instillare nei giocatori quel senso di quasi invulnerabilità mentale dettata dalla consapevolezza di non avere nulla da perdere. Peccato, perché la leggerezza con cui si era entrati in campo nell’esordio contro il CSKA Mosca e la personalità con cui si è rimediato all’avvio negativo all’Etihad Stadium contro il Manchester City lasciavano pensare il contrario e una Roma più attiva, seppur ovviamente adattata all’avversario, all’Allianz Arena non solo avrebbe avuto una minima possibilità di fare risultato, ma avrebbe potuto far riaccendere con vigore quel fuoco che aveva mostrato nelle prime giornate.

Nulla ovviamente di irreparabile, per avanzare nell’enorme via che porta all’elite europea ci vorrà e servirà tantissimo tempo. I tifosi sperano che ce ne voglia di meno per rivedere correre la Roma: domenica sera la prima risposta.


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