Adesso è Europa vera: la Roma italiana non basta più
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Parlare dell’atto terzo della saga tra Bodø/Glimt e Roma facendo riferimento ai primi due sarebbe cosa decisamente forzata. Da ottobre a oggi è cambiata la fase della competizione, è cambiata parte della rosa delle due squadre, è cambiato il momento e per i norvegesi è cambiata anche la stagione, perché la squadra di Knutsen arrivava alla sfida dopo aver aperto il suo nuovo campionato con il 2-2 contro il Rosenborg.
L’unico elemento che quelle due gare, chiaramente soprattutto la prima, possono aver lasciato in eredità a questa (e alla prossima) è che giocare contro il Bodø/Glimt significa, come minimo, affrontare una “normale” partita europea anche nell’approccio, iniziare i 180 minuti con la consapevolezza di dover metterci tanto del proprio per ottenere la qualificazione e non rischiare di rimanere sorpresi, come successo per esempio col Vitesse, nell’affrontare delle difficoltà impreviste.
E se Bodø/Glimt-Roma è una normale partita europea, per essa valgono le regole di ingaggio che abbiamo imparato a conoscere nelle scorse stagioni e che, forse, avevamo un po’ tralasciato in questa, visti i morbidi impegni affrontati dalla Roma fino adesso in Conference League: in Europa non basta la regolarità - acquisita dalla Roma nelle ultime settimane - del campionato italiano, serve un diverso livello di intensità e di identità. Che i giallorossi non sono riusciti a mettere in campo per tutti - ma per neanche gran parte de - i 90 minuti contro un avversario che invece lo ha fatto e, seppur con un pizzico di fortuna, si presenterà all’Olimpico con due risultati su tre a disposizione per continuare il suo sogno.
Due risultati che, nei tre precedenti, il Bodø/Glimt ha sempre ottenuto, e il paradosso è che, anche solo per agganciare i tempi supplementari, giovedì prossimo allo Stadio Olimpico la Roma dovrà fare ciò che non è mai riuscita a fare. Ma, soprattutto, stavolta dovrà veramente essere europea, come non ha mai avuto bisogno di essere fino adesso. La vera Europa è già iniziata e 90 minuti di ritardo possono anche essere assorbiti: tocca alla Roma calarsi nel giusto contesto a prescindere dal nome dell’avversario.