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Aggiustare la mira e poi palla a Tiago Pinto

di Alessandro Carducci
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci

Manca poco e potremo ricominciare a parlare di Serie A, di calcio giocato, di partite, di pali, rigori, arbitri, occasioni da gol realizzate o sbagliate. In questi giorni, invece, si parla molto (anche su questa testata) di José Mourinho. Se faccia bene o male a dire certe cose, a schierare o a non schierare certi giocatori, a far giocare in un modo la squadra o in un altro. Sui social e in radio si parla molto dello Special One. E, forse, è proprio ciò che Mourinho voleva. In un momento delicato come questo, si parla quasi esclusivamente di lui, lasciando in secondo piano la squadra, in terzo piano il GM Tiago Pinto e ancora più staccati i Friedkin che, con molta intelligenza, si tengono fuori da ogni bega e ogni chiacchiera.

AGGIUSTARE LA MIRA - Mourinho, d’altronde, non può far altro che dividere: lo si odia, lo si ama, difficile rimanere indifferenti.
Da qui a Natale dovrà dare una sterzata e la squadra lo dovrà aiutare, con più attenzione, concentrazione e cattiveria sotto porta. A questo proposito, è sempre bene ricordare che la Roma è la prima in Serie A per tiri effettuati e la penultima per percentuale di tiri nello specchio della porta.

MERCATO - Oltre a una mira da aggiustare, a gennaio si dovrà aggiustare anche la rosa.
Ci sono giocatori evidentemente bocciati e la rosa deve essere puntellata. Un bravo operatore di mercato – si sa – è quello che riesce a cedere bene i propri giocatori, prima ancora che a comprare. Palla a Tiago Pinto, allora, che dovrà cercare una soluzione per i fuori rosa Fazio e Santon (tanti auguri) e per giocatori come Diawara e Villar, che sono ai margini della squadra, oltre a piazzare Reynolds e molto probabilmente Borja Mayoral.
Dal suo lavoro, deriverà la serenità di Mourinho ma soprattutto la possibilità di far crescere la Roma e di vestirla con una corazza ancora più spessa per la battaglia che ci sarà per il quarto posto. L’obiettivo è quello e sarebbe troppo importante raggiungerlo per poter dare continuità a un tecnico come José Mourinho e, usando le parole di De Rossi, “per non farlo stufare”.


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