Al di là delle assenze la Roma esce battuta come squadra e negli uomini chiave
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro
Roma-Bologna è stata la prima partita di un 2023 che sta per chiudersi. In quella circostanza i giallorossi vinsero 1-0 grazie a un rigore di Pellegrini, però nel post-partita Mourinho raccontò di come avesse chiesto a Dybala un rientro anticipato dai festeggiamenti del Mondiale appena vinto, perché senza di lui, secondo lo Special One, sarebbe stato difficile battere il Bologna. Un anno dopo la Roma si è presentata al Dall'Ara senza l'argentino e senza Lukaku e, come aveva pronosticato Mourinho, i giallorossi soccombono ai padroni di casa. Una partita in cui si sono evidenziati tutti i limiti della squadra che, senza i due giocatori più forti, fondamentalmente non sono una squadra. D'altronde la Roma si sa che si basi molto sulle individualità e sull'emotività. Venute a mancare entrambe le cose, il massimo che si potesse fare era quello di limitare i danni. Contro però, i giallorossi hanno affrontato una squadra che sa cosa fare in campo, con il talento di Zirkzee al servizio del collettivo e non il contrario. Quindi, cosa resta al di là dell'alibi legato alle assenze? Tanta confusione sia tecnica che tattica. Mourinho aveva parlato di finestre di opportunità che si aprivano per chi avesse giocato meno. Queste opportunità non sono state colte da nessuno, né da Belotti che fallisce un gol tutto solo davanti al portiere, né da Lorenzo Pellegrini.
Il capitano merita una considerazione a parte. L'alibi fisico ormai non regge più, gli stessi tifosi sono stanchi di vedere il proprio capitano, colui che in un certo senso dovrebbe reppresentare lo spirito romanista in campo, fornire prestazioni del genere. A Bologna Pellegrini si fa notare per l'ammonizione rimediata per proteste, un battibecco con Belotti che non gli lascia il pallone e la sostituzione con Pisilli, accompagnata da nuovi fischi, così come avvenuto contro la Fiorentina.
Abbiamo parlato anche di confusione tattica perché la sostituzione dopo 24' di un Renato Sanches entrato a inizio secondo tempo la dice lunga. Il portoghese non ha molte colpe se non allinearsi alle prestazioni degli altri compagni. Il discorso è: come fa a essere il primo cambio un giocatore che era rientrato in campo contro lo Sheriff e di cui Mourinho aveva parlato ampiamente di come sia affetto da un blocco psicologico, in una partita del genere?
Continua il mal di trasferta (che rientra nell'emotività della squadra), le assenze di Lukaku e Dybala fanno venire tanti nodi al pettine. Tante situazioni da risolvere in tempi record perché adesso viene il periodo verità, quello che segnerà, tanto, che tipo di stagione sarà per la Roma.