Alla ricerca della perfezione
Fonte: L’editoriale di Gabriele Chiocchio
12 partite, 1080 minuti più recuperi da giocare in meno di un mese e mezzo. Senza pause, senza soste, senza possibilità di rifiatare: una situazione del tutto nuova, con una partenza a pesante handicap rispetto all’Atalanta rivale per un posto in Champions League, obiettivo da inseguire senza distrazioni, visto che della strada che rimane da fare in Europa League se ne parlerà non prima di agosto. Arrivare quarti, con potenziali sette punti da recuperare in uno scorcio così breve di stagione, sarebbe un’impresa, e per compiere le imprese bisognerà avvicinarsi il più possibile all’essere perfetti. In piccolo, il recente passato della Roma lo ricorda: contro il Barcellona i giallorossi furono impeccabili e riuscirono a ribaltare il non ribaltare, contro il Liverpool nel turno successivo quella perfezione fu sporcata già dai primi minuti e il sogno svanì, con in più l’idea che senza commettere quegli errori sarebbe stato possibile farcela. Dodici partite sono poche a livello di punti a disposizione, ma, leggendola all’inverso, sono una distanza più lunga da coprire senza praticamente mai poter sbagliare: in sintesi, le peggiori condizioni possibili, a cui si è arrivati non certo per caso. Da Roma-Sampdoria a Juventus-Roma conterà tutto: il singolo passaggio, il singolo tiro in porta, la singola sostituzione da parte di Fonseca. Conterà avere fortuna, possibilmente più di quella avuta fino alla sosta, conterà ogni metro in più che quest’anno, in un certo momento, si è visto correre, e ogni metro in meno che non bisognerà correre in caso di risultati acquisiti. Essere perfetti, non commettere alcun errore è impossibile e pensare di poterlo fare può essere ingenuo, ma è l’unica possibilità di dare senso ad almeno parte della caldissima estate, forse ancora più calda del solito, che sta per cominciare.