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Allarme (giallo)rosso

di Alessandro Carducci

Napoli-Roma, Roma-Sassuolo, Roma-Lazio e oggi Palermo-Roma. Quattro partite e quattro primi tempi buttati alle ortiche. Le ultime due partite nell'arco degli ultimi sette giorni. Bisogna pure ammettere che, stasera, i giallorossi avevano veramente tanti assenti tra lungodegenti (Castan, Balzaretti), squalificati (Nainggolan, De Rossi), calciatori impegnati in Nazionale (Gervinho e Keita) e acciaccati (Manolas e Totti). Tanti, troppi, assenti per giudicare solo da questa gara ma è l'atteggiamento dell'ultimo periodo a preoccupare. Escludendo la trasferta di Napoli, del primo novembre, le altre tre gare sono tutte racchiuse nell'ultimo mese e mezzo, con il campionato si è fermato per la lunga pausa invernale e dovendo considerare anche l'insipida partita contro il Milan.

L'ATTEGGIAMENTO - Qualcosa non va, e non parliamo solo della mancanza di movimento senza palla (inconcepibile fino a un anno fa) ma soprattutto dell'approccio alla gara della squadra di Garcia, della ferocia che qualche mese fa era evidente negli occhi dei giocatori mentre oggi sono troppo spesso gli avversari a mordere per primi le caviglie dei capitolini. La Roma non corre come qualche mese fa o lo fa a sprazzi e anche oggi, come accaduto al derby, dopo il pareggio la squadra ha rallentato vistosamente.

ROMA-BAYERN - Sarà un concetto ormai banale, detto e ridetto, ma dopo la gara con il Bayern qualcosa sembra essersi inclinato, soprattutto a livello mentale. Prima la Roma era convinta di essere una grande squadra e lo dimostrava in campo mentre oggi non dà l'impressione di essere la schiacciasassi ammirata fino ad allora. Toccherà a Garcia ora risollevare il morale dei giocatori e trovare altre soluzioni tattiche per rendere il gioco dei giallorossi meno prevedibile. Per poter sperare di agguantare lo scudetto, bisogna cambiare assolutamente marcia altrimenti la Roma dovrà preoccuparsi maggiormente di tenere il secondo posto che di puntare al primo.


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