Allenatori e buoi dei paesi tuoi
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro
Arriva la prima sconfitta per Fonseca sulla panchina giallorossa. Amara, proprio quando la squadra sembrava potesse spiccare il volo. L'obiettivo contro l'Atalanta era quello di consolidare il quarto posto Champions, contro chi, rispetto alla scorsa competizione, ha preso il tuo posto tra le italiane. Fonseca contro Gasperini, la Roma che poteva essere contro la Roma che è. Ne è venuto fuori un match molto tattico, teso, una partita di scacchi dove il tecnico portoghese ha provato più mosse per arrivare ad assaltare il re, senza mai renderlo matto: 4-2-3-1, 3-4-2-1. 4-4-2 finale. Alla fine la corona la indossa Gasperini a cui è bastato inserire la torre Zapata per scardinare una, fino a quel momento, rocciosa difesa giallorossa, ben guidata dall'esordiente Chris Smalling. Provando a trovare un rammarico, c'è quello di aver snaturato una Roma che stava giocando bene, segnando ancora di più, per troppo timore degli avversari. Fonseca ha ammesso di essersi italianizzato, troppo, guardando la partita. Al netto delle grandi occasioni avute da Dzeko e Zaniolo sullo 0-0 e con Kalinic sull'1-0. Se gli si erano fatti i complimenti per aver mantenuto l'assetto offensivo con Kluivert al posto dell'infortunato Ünder, la sensazione è che il suo voler "dominare" l'avversario sia più una bella frase da dire in conferenza che una cosa pratica sul terreno di gioco. Così come aveva preparato il derby, Florenzi alto e Zappacosta a destra, quando si è riproposto di affrontare una squadra forte, l'ha preparata in maniera molto italiana. Lasciarsi pressare, per poi saltare il centrocampo e trovarsi 1vs1 coi difensori dell'Atalanta. Questo era la mossa tattica del portoghese. Aveva anche funzionato: nel primo tempo con Spinazzola, nel secondo con Zaniolo (poteva fare tutto, ha fatto la cosa peggiore). Dall'altra parte si è tentato di scavalcare la difesa della Roma con il lancio lungo (lo fanno praticamente tutti), in più le mosse chiave di Gasperini sono state la marcatura a tutto campo di Kjaer su Dzeko e l'aspettare l'errore giallorosso sulla propria 3/4 campo. Non è un caso che il gol di Zapata arriva proprio in un perfetto mix delle due situazioni studiate dagli allenatori, purtroppo appannaggio dell'Atalanta. Quel che è successo dopo sarà argomento di studio, di giurisprudenza per le partite successive. Se questa è la Roma del Fonseca italianizzato, quasi meglio che ritorni purosangue, visto che i gol presi son stati un paio, mentre i gol fatti, per la prima volta, 0.