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Alta tensione

di Luca d'Alessandro
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro

Un loop chiamato AS Roma. Dalle stelle al dramma sportivo in appena 90'. Un po' per l'esigenza di quella vittoria che manca da troppo tempo per una piazza importante come quella della capitale, un po' per i voli pindarici che rientrano nel giochetto: vestono giallorosso, quindi sono i più forti di tutti. Prima della sosta avevamo lasciato i giallorossi in rampa di lancio, pronti a sfidare una Juventus non brillante per lo scudetto. La sosta che arrivava nel momento giusto per far rifiatare e recuperare la condizione a chi veniva da infortuni o attraversava un periodo di scarsa forma. A volte però, la miglior medicina è il campo. Vincere aiuta a vincere, si suol dire, e interrompere strisce vincenti è sempre un peccato. Lo spauracchio Atalanta aleggiava a Trigoria da 2 settimane. Un campo difficile, una squadra capace di fare gli stessi punti dei giallorossi nel secondo blocco di campionato. A questo andava aggiunto il peso di una classifica e un turno di campionato dove la Juventus al 99, 9% avrebbe fatto di un sol boccone il Pescara e così è stato. Si è cercato di allentare la tensione, cercando di ricaricare le pile. A Bergamo si è presentata una Roma forse troppo carica, ma le energie non erano quelle giuste. A fronte del solito primo tempo, quasi sempre a tinta giallorossa, si percepiva il peso del match. Vedi Salah, reduce da una tripletta contro il Bologna farsi venire il piedino in più di un'occasione tutto solo di fronte a Berisha, vedi il crollo nel secondo tempo, quando alla prima difficoltà, dopo lo sfortunato gol subito da Caldara, la squadra ha fatto da sparring partner. Alta tensione, in campo, sugli spalti, in panchina. Un epilogo già scritto che aspettava l'ingenuità di Paredes, nel momento topico del match, per essere messo nero su bianco. Tensione che è proseguita poi nello spogliatoio del Fulvio Bernardini. Giusto così, voler raggiungere alti risultati porta nervosismo, pretendere il meglio da tutti e in un gruppo il confronto, anche acceso, ci sta. La fortuna è che per scaricare il sovraccarico di nervosismo arrivano due partite più che alla portata di Spalletti and Co. Viktoria Plzen e Pescara, in quell'Olimpico che, tifosi organizzati o tifosi semplici presenti o assenti, rimane uno dei pochi punti fermi in questa stagione in cui si viaggia sulle montagne russe. Mentalità vincente. Un'espressione che a Roma è equiparabile a “è colpa della piazza”. Una ricerca costante, una scusante. Semplicemente sta nell'allentare la tensione, essere lucidi in campo e in panchina, nei momenti di difficoltà durante i 90 minuti.  


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