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Ancora una volta una gara incolore, il Chievo ha fatto il minimo indispensabile

di Alessandro Carducci

La Roma fallisce l’ennesima occasione per dare un minimo, ma proprio un minimo, di continuità alla sua stagione. I giallorossi proprio non riescono a prendere sul serio le squadre sulla carta abbordabili e, dopo la sconfitta di Palermo e il pareggio contro il Pescara, arriva l’inaspettata sconfitta contro un Chievo che, alla vigilia, era già quasi matematicamente salvo. E' difficile parlare dei singoli. Paradossalmente, il migliore fino al 90’ era stato proprio Castan che, all’ultimo minuto, si è distratto perdendo di vista Théréau e seguendo solo il pallone. È mancata fluidità della manovra, velocità, imprevedibilità. Sarebbe facile dare la colpa solamente al turn over ma se i giallorossi puntualmente perdono punti contro le piccole non può essere un caso. È un problema generale, di personalità, di concentrazione, di approccio alla gara. La dirigenza dovrà fare un esame generale e trarre le conclusioni, cercando innanzitutto una guida forte e di spessore per la prossima stagione. I giallorossi sono stati troppo statici, imbottigliandosi spesso per vie centrali senza sfruttare le fasce. Colpa probabilmente anche dei due esterni, Piris e Dodò, quasi mai incisivi con il Chievo che ha così avuto vita facile nel difendere il risultato. È mancata anche qualità, con Totti ma soprattutto Pjanic sottotono mentre Osvaldo e Destro hanno sbagliato le poche occasioni avute. Il Chievo ha fatto veramente il minimo indispensabile portando a casa il bottino pieno senza soffrire particolarmente. Eppure i veronesi erano quasi matematicamente salvi già prima di ieri sera mentre la Roma ha l’obiettivo Europa League, fondamentale per il prestigio e la crescita dei giallorossi, e teoricamente avrebbe dovuto avere maggiori stimoli rispetto agli avversari. Così non è stato e altri punti preziosi sono stati persi contro una squadra sulla carta molto più debole. La storia si ripete. Ancora una volta.


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