Brusco passo indietro: Rosi e José Angel impalpabili, Totti non è quasi mai entrato in partita. Atteggiamento quasi decoubertiano della squadra
Roma da dimenticare. La squadra di Luis Enrique cade ancora in trasferta, nel gelo di Siena subisce l’ottava sconfitta in campionato mostrando il peggio di sé. La più brutta Roma della stagione l’ha definita uno sconsolato Franco Baldini a fine match, scusandosi con i 300 tifosi giallorossi arrivati in Toscana nonostante le condizioni climatiche avverse.
Anche per Luis Enrique una delusione evidente che bissa quella di Cagliari, dopo aver intravisto nuovamente la luce contro l’Inter e nello spezzone di Catania. Troppi gli errori individuali, troppo molle la squadra, per pensare di battere il Siena di Sannino abile ad annullare le geometrie romaniste e che già nel primo tempo aveva sfiorato più volte il gol del vantaggio.
A decidere la gara alla fine è stato un rigore, sull’ennesima incertezza di Kjaer entrato al posto di Juan, ma la Roma ha ampiamente meritato di perdere, non avendo praticamente mai tirato in porta. Unici squilli una punizione di Lamela, un destro al volo di Borini nel finale, quando lo stesso Kjaer si era messo a fare il centravanti, contro il parere del tecnico.
L’attenuante di un centrocampo privo contemporaneamente di De Rossi e Gago non regge, anche se è chiaro che affidare la responsabilità di un gioco così articolato al giovanissimo Viviani è abbastanza rischioso.
Ma tutta la Roma ha fatto un brusco passo indietro, dalla difesa con gli esterni Rosi e Jose Angel impalpabili, al centrocampo con un Pjanic sotto tono, all’attacco, dove Totti, che festeggiava la sua 700esima gara, non è mai entrato in partita, Borini ha sbattuto contro il muro senese e Lamela è apparso troppo fragile. Non è bastato neanche il rientro anticipato di Osvaldo, chiaramente spaesato dopo due mesi di stop.
L’impressione è quella di una Roma senza reali obiettivi, con un atteggiamento quasi decoubertiano, l’importante è provare a tenere il pallone, il più possibile, senza pensare troppo al risultato. Da qui l’alternanza d’intensità e i clamorosi alti e bassi che stanno caratterizzando la stagione giallorossa. La classifica però esiste e con il sesto posto a quota 35 punti, la zona Champions rimane a sette lunghezze.
Domenica all’Olimpico con il Parma si attende l’ennesima resurrezione, ma con questa discontinuità per la Roma è arduo guardare troppo lontano.