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C'è un intero circo mediatico che si sta scagliando contro il gruppo e contro Zeman

di Marco Pomarici

Dopo la disfatta di sabato sera, ci sarebbe poco di cui parlare. I quattro gol subìti sul campo dello Juventus Stadium hanno spazzato via quell’apparente stato di calma e serenità, che si è respirato nell’ambiente romanista negli ultimi tempi. Apparente, perché alla luce di tutto quello che è uscito, e sta uscendo fuori, la sensazione è che il clima non fosse poi dei migliori. Tra dirigenti che sembra abbiano preso probabili accordi con altre società, giocatori svogliati, una campagna acquisti inutile per il gioco di Zeman, sembra di trovarsi all’improvviso di fronte ad un’altra Roma. Quella in cui pesano i numeri: zero vittorie in casa e due sconfitte, unica vittoria quella contro l’Inter che sembra diventata un timido ricordo. Negli animi dei tifosi pesa ancora la passata stagione ma il malcontento che si respira non è attribuibile solo a loro, legittimati, forse più di chiunque altro, ad un minimo di insoddisfazione. C’è un intero circo mediatico che si sta scagliando contro il gruppo e contro Zeman. La verità è che si passa con troppa facilità da  stati di euforia a scenari apocalittici, in cui nulla è stato costruito e niente sembra essere salvabile. Forse bisognerebbe fare un passo indietro. Ad eccezione della partita contro la Juventus, la Roma ha dimostrato di saper giocare a calcio e questo al di là dei risultati. Quando tutti e 11 scendono in campo e mettono in pratica quello che l’allenatore chiede, la differenza c’è e si vede. Chiedere fiducia ad una tifoseria che da più due anni deve fare i conti con stagioni fallimentari non è impresa da poco. Ma è l’unica cosa che si può fare.


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