C'è una Roma che vince: scudetto Primavera e Coppa Italia. Un grande punto di partenza per il futuro
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro
C'è una Roma che vince, che programma, nata appena 3 anni fa. Una Roma che ancora fa storcere il naso ad alcuni per cui il calcio è solo per i maschi e quello femminile è altro sport. Ci sono i colori, quelli giallorossi con la lupa capitolina sul petto che vanno sempre onorati, un qualcosa di cui andare sempre fieri. Ecco perché Vocegiallorossa.it, nonostante i molti messaggi arrivati attraverso i nostri canali social dagli haters, ha scelto di sposare fin da subito il progetto della Roma Femminile, diventandone un punto di riferimento in materia. In due giorni il movimento femminile è riuscito a conquistaro l'Italia intera. Da una parte le ragazze della Primavera si sono dimostrate invincibili, ottenendo non tanto la vittoria numero 33 consecutive, ma il loro secondo scudetto in 3 anni di storia. Due scudetti vinti e uno perso in finale ai tiri di rigore. Difficile poter fare meglio per mister Fabio Melillo e le sue ragazze, segno di una grande programmazione nell'allestire il vivaio numero uno d'Italia. Poi c'è la prima squadra, ovviamente, la più seguita, capace di far registre il tutto esaurito, con tanto di apertura dell'altra tribuna, al Tre Fontane, in occasione della prima partita della scorsa stagione, proprio contro il Milan. Il leitmotiv della società e del tecnico Bavagnoli in quel periodo era: "Dobbiamo alzare l'asticella". Una stagione terminata anticipatamente causa Covid-19, con la Roma in semifinale di Coppa Italia. Bisognava ripartire, in tutti i sensi. L'avvio però non è stato dei migliori, decisamente al di sotto delle aspettative. Tanto che la rincorsa alla qualificazione al Champions League femminile è stata compromessa fin da subito. Squadra che faticava in campo, sia dal punto di vista tecnico-tattico, sia dal punto di vista della mentalità. Una squadra che sembrava avesse bisogno un qualcosa per auto-convincersi della propria forza.
Anno nuovo, mentalità nuova. La scossa è arrivata in occasione della final four di Supercoppa Italia, contro la Juventus. È stata una sconfitta (con un calcio rigore sbagliato), ma a volte quando perdi, in realtà vinci. Per la Roma è stato proprio così. Aver combattuto alla pari contro la Juventus campione d'Italia, quella Juventus imbattibile, ha fatto acquisire ciò che mancava alla squadra. Ovvio, non è solo mentalità. C'è stata una svolta tattica da parte di coach Bavagnoli, passata a un più congeniale 4-2-3-1, con Bernauer riposizionata in pianta stabile a centrocampo accanto a Giugliano e Andressa spostata a fare la trequartIsta; c'è stata una svolta tecnica, con l'ingresso in rosa di Elena Linari. Il risultato è stata una squadra molto più solida, in tutti i sensi, capace di giocarsela con chiunque. La doppia semifinale contro la Juventus, dove le giallorosse si sono prese una rivincita e consolidato ulteriormente la propria forza, non poteva bastare. Bisognava alzare l'asticella e per farlo c'era bisogno di un grande traguardo. La finale di Coppa Italia vedeva la Roma affrontare un altro fantasma, quel Milan mai battuto prima d'ora. L'ennesima prova per Bavagnoli e le sue. 120 minuti di tensione, con uno 0-0 in bilico. Poi i rigori, di 30 maggio... Ceasar ne para due, Giugliano, Serturini sono perfette, il palo del Milan dopo l'errore di Linari e il match-ball sui piedi di Bernauer. Destro a incrociare la Roma vince!!! L'asticella, così come la coppa è stata alzata. C'è una Roma che programma e vince! Così come l'ha definita mister Melillo: "Una bella oasi nel mondo del calcio". Un punto d'arrivo per consacrare il lavoro di questi primi 3 anni. Un grande punto di partenza per il futuro.