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Capolavoro comunicativo

di Alessandro Carducci
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci

7 giugno o 22 luglio? È come dire interventisti o pacifisti, guelfi o ghibellini, destra o sinistra, Totti o De Rossi, pallottiani o antipallottiani. All’essere umano piace tremendamente dividersi tra due fazioni: la dualità fa parte del nostro mondo, è una tentazione irresistibile, è più forte di noi. Quando va bene, di fronte a una tesi e a una antitesi si trova una sintesi. Ed Hegel sarebbe probabilmente orgoglioso della strategia comunicativa della Roma: tra il festeggiare il 7 giugno e il 22 luglio, la società giallorossa ha scelto di abbracciare entrambe le date in una lunga scia festosa: “Da qui al 22 luglio la festa dei Romanisti”. Geniale nella sua semplicità.
Questo si inserisce in un contesto di particolare attenzione dei Friedkin per i tifosi: dalle iniziative per ripopolare lo stadio, al parziale riutilizzo del vecchio stemma, anche lì in modo da non buttare al mare lo stemma attuale pur dando ascolto alle voci di chi, invece, avrebbe preferito tornare alla versione precedente. Un modo per far capire ai tifosi di essere importanti, di essere comunque al centro di tutto, di essere soprattutto ascoltati, al contrario della percezione che si aveva sotto la gestione Pallotta. I Friedkin, pur senza esporsi, pur senza parlare, hanno mostrato di saper ascoltare e di riuscire a far convivere e coesistere tutte le esigenze, dal marketing al cuore dei tifosi. Una sintesi perfetta.


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