Colpi di testa
Una pioggia battente si abbatte su Seydou Keita mentre, incredulo, viene invitato a lasciare il terreno di gioco dopo l'espulsione. Sotto shock il giocatore maliano cammina con le mani sul volto, disperato, per poi rimanere in solitudine nel tunnel che conduce al garage dello stadio fino al termine dell'incontro quando, rientrando in campo, cercherà nuovamente di parlare con l'arbitro per chiarire l'accaduto, venendo dissuaso da alcuni componenti della staff giallorosso. Vedere un giocatore così calmo e pacato perdere la testa fotografa perfettamente il momento che sta attraversando la Roma.
Keita si era ultimamente travestito da bomber (anche contro la Samp ha infilato Viviano in semirovesciata ma è stato pescato in posizione irregolare), da regista, da leader e anche da trascinatore, quando ieri ha spronato per tutta la partita i suoi compagni. Ha provato a scuoterli, arrabbiandosi quando non trovava nessuno cui passare il pallone e confabulando spesso con Garcia per cercare di interpretare al meglio e di trasmettere ai suoi compagni le indicazioni del tecnico francese.
Dopo aver vinto giusto un paio di Champions League, due mondiali per club e qualche altra coppetta sparsa in giro per il mondo, il centrocampista maliano ha sposato la causa giallorossa, provando a portare la mentalità che l'ha proiettato sul tetto del mondo, nel gotha del calcio. E così, mentre Garcia nel post Roma-Juve si diceva soddisfatto della reazione della squadra, Keita non usava mezzi termini: “Sono deluso. Giocavamo in casa e dovevamo vincere”.
Ha portato a Roma l'enorme bagaglio di esperienza accumulato negli anni e, con la sua tranquillità e serenità, ha cercato di trasmetterlo a tutto l'ambiente. L'abbiamo spesso visto in mezzo al campo, circondato dagli avversari, uscire dalle situazioni più complicate con passo felpato ed eleganza. Il senso della posizione spesso lo aiuta ma questo non deve ingannare perché Keita corre parecchio. Stile, eleganza ma anche cattiveria e aggressività in zona gol, che gli hanno permesso di pareggiare di testa contro la Juve e a Firenze contro i viola.
Per questo la sua espulsione e la sua reazione di nervi è un grosso campanello di allarme perché, se anche Keita perde la testa, che ne sarà degli altri?
Che ne sarà della Roma?