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Conference e campionato: la Roma stavolta non può scegliere

di Gabriele Chiocchio
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio

A forza di dire che “la stagione è lunga e mancano tante partite”, siamo arrivati alla fine della sosta di marzo, la stagione si è accorciata parecchio e di partite ne mancano poche, con due obiettivi su tre ancora in ballo. Il 7 aprile riparte l’inseguimento giallorosso alla Conference League, che da sola cambierebbe il volto dell’annata a prescindere da cosa accadrà nelle altre gare, mentre già da domenica ricomincia la corsa in un campionato in cui la Champions League è un miraggio e c’è da mantenere la posizione per l’accesso a una delle coppe.

Fatto che è tutto tranne che scontato, perché se l’Atalanta quinta è a pari punti, la Fiorentina ottava è potenzialmente a uno solo, con lo scontro diretto da giocare al Franchi a due turni della fine. Lo scorso anno, dopo 30 partite la Roma era settima e conservava 9 punti di vantaggio sul Sassuolo, con una ragionevole speranza di mantenere la posizione anche al termine della stagione. I giallorossi decisero, di fatto, di abbandonare il campionato per concentrarsi su una difficile Europa League, arrivando in semifinale in Europa e riuscendo a qualificarsi per la Conference League a fine anno, seppur con qualche patema di troppo. 

In questa stagione, le distanze sono ben diverse e, dunque, questa scelta non può essere fatta neanche inconsciamente: è pur vero che vincere la Conference League garantirebbe la qualificazione alla prossima Europa League, ma è altrettanto vero che dopo i quarti di finale con l’ostico (lo dice la storia nel torneo) Bodø/Glimt, la Roma potrebbe incontrare squadre contro le quali essere eliminati, magari per un episodio o una chiamata arbitrale errata (in una competizione in cui il VAR non c’è), non sarebbe più ipotesi catastrofica.

E guardando il calendario della Serie A, la Roma deve costruirsi ora un piccolo bonus da spendere in vista dell’ultima salita: quelli contro Sampdoria e Salernitana sono impegni ben più abbordabili di quelli contro Napoli e Inter, per di più entrambi in trasferta, e nonostante l’incrocio con il dentro o fuori con i norvegesi, prendere i tre punti sarà fondamentale per allontanare l’ipotesi di rincorse disperate in extremis per non rimanere sul divano nei giovedì della prossima stagione, con conseguenze prima di tutto sul ranking europeo, che assumerà a breve un’importanza decisiva.

La Roma non può scegliere e dovrà andare alla massima velocità da qui alla fine in entrambe le competizioni: a Mourinho il compito di tenere alta la tensione e di gestire le forze a disposizione.


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