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Cresce la Roma di Mourinho, gli indizi svelati dal mercato

di Alessandro Carducci
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci

Luglio è quasi arrivato alla fine e la casella acquisti della Roma registra gli arrivi di Rui Patricio e di Vina (sebbene quest'ultimo non sia ancora ufficiale)

RUI PATRICIO - Partendo dalle loro caratteristiche, si possono ricavare degli indizi sulla squadra che José Mourinho vuole plasmare. Il portiere portoghese è molto bravo tra i pali e lo abbiamo visto contro il Porto. Tra le sue corde non c’è l’impostazione con i piedi (fattore in cui è comunque migliorato nel corso degli anni) né l’attitudine a uscire di 20 metri dalla porta per anticipare un attaccante lanciato a rete. Poco male, però, perché, come avevamo immaginato e come stiamo vedendo in queste prime amichevoli, quest’anno la Roma terrà la difesa meno alta rispetto alle scorse stagioni per dare più compattezza e rischiare di meno in fase difensiva.

VINA - L’acquisto del terzino sudamericano si spiega con la necessità di sostituire Spinazzola, che dovrà rimanere fuori parecchi mesi. L’uruguaiano è un calciatore di temperamento e abbiamo visto in queste prime amichevoli quanto la tigna e la garra contino per José Mourinho. Vina ha molta determinazione e cattiveria agonistica, una propensione ad attaccare la profondità e a sovrapporsi sulla fascia sinistra ma anche una disciplina tattica che lo potrebbe far emergere anche come esterno difensivo, nonostante debba migliorare la postura del corpo nell’uno contro uno. In carriera ha giocato anche come centrale di sinistra di una difesa a tre, cosa che può venire molto utile se la Roma vorrà impostare a tre, magari alzando il terzino destro, Karsdorp, e lasciando i due centrali e lo stesso Vina in difesa.

XHAKA - Il calciatore dell'Arsenal sembra molto più lontano rispetto agli altri ultimi giorni ma è interessante capire perché Mourinho lo volesse: lo svizzero ha i piedi buoni, certo, ma anche tanta aggressività.

SHOMURODOV - Aggressività che troviamo anche in Eldor Shomurodov. L’attaccante uzbeko è un giocatore molto dinamico, molto mobile e aggressivo quanto basta, caratteristica comune a tutti i calciatori accostati alla Roma quest'anno. 
Gioca da seconda punta o da prima punta con caratteristiche però diverse dal classico attaccante centrale.
Shomurodov non regge molto il contrasto, nonostante i suoi imponenti 190 cm di altezza. Questo lo limita un pochino anche nei colpi di testa (dati Wyscout, in media vince il 33% dei duelli aerei). È però un giocatore bravo nella conduzione del pallone, bravo ad attaccare costantemente la linea difensiva. Viene anche incontro per ricevere palla e smistarla ma senza tenerla e proteggerla, passandola subito perché spalle alla porta difficilmente potrebbe reggere l'urto contro più avversari. L'uzbeko ha flessibilità e questo lo aiuta nel dribbling anche se, a volte, sbaglia la scelta della giocata. Può essere utile nel gioco più verticale che vuole adottare Mourinho, con la ricerca dell’attacco improvviso della profondità.
C’è però curiosità per vedere come il portoghese lo utilizzerà: se adattarlo come esterno, piazzarlo sulla trequarti oppure schierarlo come seconda punta nel 4-4-2. Ruolo però che, al momento, è già occupato da Borja Mayoral che, rispetto a Dzeko, ha tra le sue corde proprio l’attacco della profondità.
Un acquisto strano, quindi, quello di Shomurodov considerando le non floride casse giallorosse e un reparto, quello offensivo, già abbondante di calciatori. Solo il campo svelerà cosa avrà in mente Mourinho.


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