Crisi tecnico-tattica
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro
Il Sassuolo aveva lanciato il campanello d'allarme, la sconfitta contro il Bologna certifica il momento di buio della Roma. Guardando il risultato si vede di una sconfitta di misura, ma la crisi tecnico-tattica della squadra, in questo momento, è sotto gli occhi di tutti. Fonseca d'altronde lo aveva detto non essere una questione mentale, almeno non solo di mentalità per come si approccia alla gara. Il discorso è più ampio e come spesso accade è un mix di più fattori. Iniziamo dal discorso tattico, qui ovviamente il mister è il primo responsabile: De Zerbi e Mihajlovic giocano una gara simile fatta di pressione alta e giocate veloci sugli esterni. Fonseca non è riuscito a trovare le proprie contromisure. Il discorso rimane tattico anche perché i calciatori palla al piede sembrano non saper cosa fare, ecco dunque gli assoli di Perotti o i vari lanci lunghi alla ricerca di trovare Dzeko, faro nel deserto nell'attacco giallorosso. Poi si passa all'aspetto tecnico. Qui si inizia dagli errori di valutazione delle scelte dei difensori: anticipi tentati, marcature sbagliate. In avanti si fa fatica a segnare, spesso sono gli avversari a farsi gli autogol perché i vari Kluivert, Ünder, Kalinic, lo stesso Mkhitaryan al rientro (con gol), non danno continuità nella scelta delle giocate. Spesso la forza di una squadra è il centrocampo, anche qui, Fonseca rimpiange Diawara e senza Pellegrini (criticato dopo Sassuolo) manca qualità nella manovra. Una bella gatta da pelare per il tecnico portoghese a cui dovrà trovare una soluzione a questa situazione cambiando per forza qualcosa. Cosa e dove, spetta a lui. Atalanta-Roma diventa ancora di più una gara spartiacque di quello che sarà la stagione Champions dei giallorossi.