Da Pau Lopez a Mkhitaryan: un mercato ancora da scoprire
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Che la sua prima sessione di mercato con la Roma non sarebbe stata facile, Gianluca Petrachi lo sapeva benissimo e lo ha toccato con mano fin dal momento in cui ha iniziato a lavorare per i giallorossi prima ancora dell’ufficialità del suo ingaggio, a costo di deteriorare il rapporto col suo vecchio presidente. Iniziare presto per non rischiare di non fare in tempo a concludere, perché di tempo, appunto, ce n’era poco, e le operazioni da fare erano tante: contando gli elementi di prima squadra, sono 12 in uscita, 10 in entrata, oltre a 4 rinnovi di contratto.
LE CESSIONI: NECESSITÀ E… NECESSITÀ - Senza l’apporto dei ricavi della Champions League, la Roma doveva liberare spazio a bilancio per i nuovi arrivi liberandosi di elementi considerati in esubero: oltre a De Rossi ne sono partiti 12 (Verde, Sadiq, Marcano, Ponce, Gerson, Karsdorp, Nzonzi, Ćorić, Defrel, Olsen, Schick e Gonalons), di cui però solamente due, Marcano e Gerson, a titolo definitivo. Degli altri si risparmierà gran parte dell’ingaggio, ma torneranno a essere un problema, salvo obblighi di riscatto che scatteranno, tra meno di dodici mesi: ci si penserà a tempo debito, non essendoci altre opzioni. Sono partiti anche due titolari, Manōlas ed El Shaarawy, e un prospetto, Luca Pellegrini, da cui si sono ricavate plusvalenze utili a corroborare i due bilanci a cavallo dei quali si è svolta questa sessione di mercato: anche qui, questione di necessità da cui era impossibile sfuggire.
GLI ACQUISTI: RISORSE DA SCOPRIRE - Tante uscite e tanti arrivi, da Leonardo Spinazzola a Henrikh Mkhitaryan: anche qui va concessa un’attenuante al DS, costretto a muoversi in uno spazio davvero limitato - vedansi anche gli scambi “obbligati” con Juventus e Napoli - e convinto da questo, in una prima parte della sessione, a investire su elementi del campionato italiano, per motivi tecnici e anche (se non soprattutto) finanziari, essendo molto più semplice, grazie alla Camera di Compensazione, trovare accordi su formule convenienti con club italiani. Lo è meno farlo all’estero, e infatti il grande obiettivo per la difesa, Toby Alderweireld, è rimasto a Londra sponda Tottenham: gli Spurs, nonostante il belga avesse il contratto in scadenza, non avevano ragione, in virtù di un bilancio più che sano, di privarsi di un loro titolare a prezzo di saldo e la Roma si è dovuta arrendere. Così come non è arrivato il grande colpo in attacco, perché si è deciso che non ce ne fosse più bisogno: Icardi e Higuain erano due elementi di acquisizione davvero difficile per tanti motivi (il primo e il più evidente, la non partecipazione alla Champions League) e alla fine si è deciso di provare a convincere Džeko, riuscendoci anche un po’ a sorpresa, della bontà della scelta di rimanere, affiancandogli come backup Nikola Kalinic. Dalla Premier League, comunque, di esuberi ce ne sono sempre parecchi e anche in questo caso Petrachi ha pescato dal cestone: Zappacosta, Smalling e Mkhitaryan sono elementi che, forse più degli altri, dovranno dare un contributo immediato. Quando, però, saranno messi in campo: Paulo Fonseca non ha quasi per niente sfruttato - per scelta e per obblighi dettati da problemi fisici - il gruppo dei nuovi arrivi; da Roma-Sassuolo le scelte saranno più ampie e le rotazioni anche, visto l’arrivo dell’Europa League. Da loro ci si aspetta un plus nel rendimento di una squadra costruenda, che almeno nella prima parte della stagione dovrà anche poggiarsi sui singoli per macinare punti in attesa che il fiore del collettivo, eventualmente, sbocci. Dal portiere in avanti: Pau Lopez è stato forse l'unico acquisto "scelto in libertà", per costi, modalità di pagamento e indicazioni tecniche dell'allenatore. Da lui partirà l'azione dal basso come da lui si spera possa partire il nuovo corso della Roma.