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Dal gegenpressing alla gegenRoma

di Gabriele Chiocchio

L’autorità nel pressing o la svagatezza difensiva? La giusta applicazione del piano-gara o la scarsa concentrazione nei momenti topici? I 70 minuti centrali o i rimanenti 20? È un’ovvia banalità sostenere che nel calcio pochi attimi possano stravolgere l’andamento di una partita, ma scremando le dinamiche da scheggia impazzita di questo sport, probabilmente la Roma dovrebbe trarre indicazioni positive dal match di Leverkusen.

Già dal sorteggio e fino alla vigilia del match, la squadra di Schmidt era molto temuta per la sua capacità di portare la partita a ritmi vertiginosi, sconosciuti nel campionato italiano e a cui la Roma di Rudi Garcia ha dimostrato per lungo tempo di non riuscire a giocare. Un vero e proprio spauracchio, per alcuni una montagna impossibile da scalare, con la speranza di qualche errore della non perfetta difesa tedesca per provare a fare risultato. Al contrario, invece, è stato il Bayer Leverkusen a sfruttare errori della Roma per uscire indenne da una partita che conduceva 2-0: i giallorossi hanno tirato fuori un atteggiamento aggressivo e autoritario del tutto inaspettato fino a quel momento, ribaltando ogni pronostico. Non si è certo trattato di un pressing sincronizzato al decimo di secondo, ma comunque di un’organizzazione dell’aggressione e della distanza tra i reparti che poche volte si è vista negli ultimi tempi con in panchina il tecnico francese; questa, unite a una giusta lettura delle dinamiche del match, hanno portato alla rimonta, poi vanificata dalla prodezza di Kampl e di gravi errori difensivi dell’azione del 4-4.

La Roma, contro un avversario non in forma eccezionale ma con una forte identità, ha dunque scoperto nuove risorse che in pochi pensavano avesse e mostrato un lato di sé davvero sorprendente: si potrebbe dunque dire che in campo è stata una contro-Roma, una gegenRoma, bonus che però rischia di essere già vanificato da un possibile contraccolpo psicologico dovuto al finale da incubo. Questo non deve accadere: domenica i giallorossi si giocheranno il primato in classifica contro un’altra squadra di forte identità come la Fiorentina e quanto accaduto martedì sembra essere il perfetto presupposto per presentarsi al Franchi con la consapevolezza di tutto quello che c’è da fare e da non fare per portare a casa l’intera posta. Al di là dell’improrogabile necessità di un netto miglioramento dell’organizzazione difensiva, che quando si sceglie di fare una partita di un certo tipo resta deficitaria a prescindere da quanto accaduto alla BayArena, non prendere quanto di buono accaduto in Champions League per trasferirlo in campionato sarebbe un danno più grande dei due punti lasciati per strada in Germania.


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