De Rossi e Lamela deludenti, in difesa si sono riviste le disattenzioni di inizio stagione
Tutto da rifare. La bella e scintillante Roma di fine 2012 si risveglia nel nuovo anno con l’incubo Cavani e un Napoli decisamente più concreto, capace di sfruttare al meglio con il ‘Matador’ le sue ripartenze e dall’altra parte la scarsa vena di Destro.
Il 4-1 del San Paolo per i giallorossi è un punteggio pesante che non rispecchia, per dimensioni, quanto visto sul campo, ma il risultato è quello che conta e che, alla fine del girone d’andata, condanna la squadra di Zeman a rincorrere ancora la zona Champions League, con il terzo posto, proprio del Napoli, nuovamente a 5 lunghezze (e se i partenopei dovessero riavere i due punti di penalità Totti e compagni ripiomberebbero addirittura a -7).
La Roma conferma così la tradizione negativa al ritorno dalla sosta natalizia, sconfitta 4 volte su dieci, e la scusante del viaggio in America, con tanto di jet lag, ha poca importanza visto che nessuno, da Zeman a Baldini, la prende in considerazione.
Fuso orario o no, questa Roma non ha ancora la continuità necessaria e soprattutto nella fase difensiva, complice l’assenza di Marquinhos, si sono riviste le disattenzioni di inizio torneo. Non è un caso che la Roma prenda gol all’inizio dei due tempi e che, con le 4 reti subite, il conto dica -33 nella casella gol al passivo, terz'ultima difesa della serie A, meglio, si fa per dire, solo di Cagliari e Pescara
Certo a sbilanciare la gara ci sono le tante occasioni-gol create e gettate al vento, in primis, da Destro, imbeccato più volte da Totti, che avrebbe potuto prima pareggiare e poi riaprire la sfida sullo 0-2.
Il gol di Osvaldo lascia molti rimpianti: forse con l’italo argentino dal primo minuto la storia sarebbe stata diversa ma, dopo la lunga sosta per l’influenza, Zeman non poteva fare altrimenti.
Nella serata storta, si aggiungono le prove deludenti di De Rossi e Lamela e l’espulsione, con conseguente squalifica, di Pjanic, che salterà la prossima gara di Catania. Ancora una trasferta, ancora un test decisivo per una Roma che, se vorrà raggiungere l’obiettivo Champions, nel girone di ritorno dovrà cambiare marcia, anche lontano dall’Olimpico.