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Di necessità virtù

di Alessandro Carducci

Non è una Roma dai cuori deboli quella che sta cercando di aggrapparsi con le unghie e con i denti alla possibilità di arrivare seconda. Di necessità virtù, dice un antico proverbio. E se la necessità è quella di fare punti pur senza avere una condizione fisica brillante, la virtù risiede nella determinazione con cui i giallorossi tentano fino all'ultimo di arrivare in area. A onor del vero, la Roma non aveva fatto fuoco e fiamme nel secondo tempo. Erano i capitolini a dover per forza vincere ma, appunto, la forza sembrava mancare. Quando le energie mentali calano, crollano, bisogna appellarsi a tutto, a qualsiasi cosa possa dare una marcia in più. Bisogna “raschiare il fondo del barile”, come ha detto Spalletti. La Roma l'ha fatto, ha raschiato tutto quello che poteva raschiare. Poi, è entrato lui. Non ha fatto doppiette, per carità, ma da solo ha scaldato e riacceso uno stadio avvilito da una protesta e da una situazione che ormai ha appiattito qualsiasi passione. Entrato Totti, si è riaccesa la speranza. L'assist per Salah è da mostrare a ripetizione nelle scuole calcio e, per un caso del destino, è ancora lui a dare il via all'azione che porterà al gol di Nainggolan praticamente allo scadere, così come accaduto a Bergamo e contro il Torino. Una Roma per cuori forti, dicevamo.
Il tutto nel giorno in cui Baldissoni annuncia novità a breve sulla questione rinnovo. Sarà il caso, sarà il suo carisma, sarà la sua classe, sarà un mix di tutte queste cose ma, ultimamente, bisogna aspettare l'ingresso in campo di un giovane 39enne per vedere la Roma riprendere forza e centrare l'obiettivo.

SECONDO POSTO - Le prossime tre partite faranno la differenza tra un'estate di incertezze e un'annata da poter programmare in tempo, tra il brivido per i preliminari di agosto e la possibilità di pianificare la stagione con calma e con serenità.
Nonostante la poca brillantezza della squadra, si deve ripartire dalle parate di Szczesny, dalla prestazione di Rüdiger  (massacrato quando ha giocato male, da elogiare oggi), dall'esperienza (ma anche dalla determinazione) di Keita, dalla corsa di Perotti, dall'ubiquità di Nainggolan, dalla classe cristallina di Totti e da un allenatore, Luciano Spalletti, che ha raccolto una Roma sull'orlo del precipizio, pronta al rovinoso fallimento, con la questione del rinnovo del numero dieci giallorosso e con le Curve vuote, portandola a un passo dall'ingresso principale per l'Europa che conta. Chapeau!


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