Difendere Schick
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci
La cosa peggiore, ora, sarebbe di massacrarlo. Tutti possono sbagliare un gol, anche il più facile, anche da solo davanti al portiere. Patrik Schick ha sicuramente scelto il giorno peggiore e il momento meno adatto, non c'è dubbio. Alcuni errori sono più evidenti di altri e il suo è andato in mondovisione. In una Roma così avida di gol e di freschezza, lui può però rappresentare il punto da cui ripartire. Guai ad aggrapparsi a lui come se fosse il salvatore della patria, anche perché ne ha di strada da fare per migliorare. È giovane, per certi verso un pochino acerbo, e se a Torino discutono Dybala (come ha detto Di Francesco), di certo non possiamo ritenere Schick un giocatore finito ma può essere lui la carta vincente per le prossime settimane. Con il Torino, nonostante la serata sfortunata, ha preso un palo e segnato un gol. Con la Juve non si è ripetuto ma ha mostrato un paio di spunti potenzialmente di qualità. Troppo poco? Certamente, ma se si guarda più in là dell'oggi bisogna tenere presente le potenzialità. Ciò che potrebbe essere, non ciò che è. D'altronde, abbiamo già avuto un'idea di cosa possa essere Schick nel campionato italiano. Bocciarlo e massacrarlo ora sarebbe stupido e sbagliato. A Di Francesco il compito di farlo andare avanti, a lui il compito di avere la personalità per mettersi tutto alle spalle. Ai tifosi, il compito di sostenerlo perché potrebbe essere lui l'uomo del secondo tempo di questa stagione. Ha le qualità, ha i gol, ha la voglia, la fame di vincere. Talento e fisico che, se modellati bene, possono disegnare la Roma dei prossimi mesi.