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Dove non arrivano le gambe, è arrivata la testa: con la Juve serve la Roma d'Olanda

di Gabriele Chiocchio

Quella di Rotterdam poteva essere una di quelle partite maledette, da aggiungere al lungo elenco di gare fortemente condizionate da fattori extra-campo nella storia della Roma. Un ambiente infuocato anche oltre il lecito, non troppa benzina nelle gambe, un suicidio tecnico appena dopo la sospensione della partita e l’obbligo di passare il turno per tenere ancora in vita l’ultimo obiettivo alla portata. Sembrava tutto apparecchiato, invece la Roma ha sorpreso tutti, superando prima di tutto se stessa e di conseguenza il Feyenoord, squadra discreta ma resa evidentemente più grande di quello che è dal momento giallorosso.

Sul campo del de Kuip ogni elemento negativo è stato ribaltato. Alle provocazioni la squadra ha reagito col gioco e non con le botte (emblematica la faccia di Pjanic all’indirizzo del direttore di gara che chiedeva calma dopo un contrasto con Nelom), al guaio difensivo ha risposto con un gol immediato e ben costruito, all’insufficienza atletica ha posto come rimedio una migliore gestione del periodo positivo della gara, in cui - ed è un trend in salita, dopo la partita di Verona - si è visto la Roma incutere timore al proprio avversario, partito per fare la stessa cosa ma costretto a schiacciarsi come poche volte si era visto recentemente. Sorvolando su quanto accaduto sugli spalti, con Turpin pronto a sospendere la gara al primo lancio di oggetti dopo lo stop e poi convinto nel portarla fino alla fine (roba da corso arbitri: non fare promesse che non manterrai), Rudi Garcia e la sua truppa hanno superato l’ostacolo olandese e si sono guadagnati il derby italiano con la Fiorentina prima di tutto con la testa.

Ed è con la stessa testa che lunedì dovranno giocarsi quello che di fatto è un altro dentro o fuori della stagione, vale a dire la supersfida dell’Olimpico contro la Juventus. Il passaggio del turno in Europa permetterà di approcciare la gara in tutt’altro modo rispetto a quello che sarebbe stato con un’altra delusione sul groppone. Sia chiaro: la Roma aveva tutte le qualità per eliminare il Feyenoord anche più tranquillamente rispetto a quanto accaduto, ma in un periodo così buio una prova così importante dal punto di vista caratteriale non può che essere una nota positiva da cui ripartire per riprendere il cammino. L’ostacolo bianconero è ovviamente molto duro, ma la testa potrà portare la Roma a provare a superarlo più di quanto oggi possano fare le gambe.


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