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Dubbi e divisioni: a Mattia Destro segnare non basta

di Gabriele Chiocchio

Tempo di sosta, tempo di bilanci (più che parziali, siamo a un quarto della stagione), tempo anche di qualche critica per capire cosa c’è che non va e cosa si può migliorare. Uno di quegli elementi in continua discussione, con un ambiente, come spesso accade, spezzato un po’ in due, è Mattia Destro, proprio in questi giorni al centro di nuove voci di mercato che lo vorrebbero in Inghilterra.

La situazione dell’attaccante di Ascoli Piceno è per certi versi paradossale: dopo anni di attaccanti che prediligevano la soluzione spettacolare a dispetto di quella funzionale, la Roma ha in casa un centravanti che spesso e volentieri la butta dentro alla prima occasione. Per tre volte sulle cinque in cui è stato schierato dal primo minuto in campionato, Destro ha fatto quello che si chiede a ogni centravanti, vale a dire mettere la partita in discesa con il gol dell’1-0 nei primi minuti, per la precisione al massimo 11. Questo, a quanto fatto nella seconda parte della passata stagione, non basta però a renderlo uno dei beniamini dei tifosi: le sue caratteristiche un po’ limitate alla fase finalizzativa, qualche suo atteggiamento di troppo in campo e la presenza di mostri sacri come Tevez e Higuain nelle rivali più accreditate per il titolo hanno spinto parte dell’ambiente a desiderare qualcosa in più di lui nel reparto offensivo.

Si parta da due presupposti: si può sempre migliorare e al momento il paragone con i due argentini di Juventus e Napoli è azzardato, per storia, qualità e numeri. Detto ciò, gli stessi numeri dimostrano quanto Destro stia contribuendo alla causa e quanto può farlo ancora in una stagione dove il rendimento di tutti può e deve fare la differenza, nonostante il numero 22 possa e debba proprio per questo fare qualcosa in più rispetto a quel che di buono fa già, magari cercando di ampliare il suo ventaglio di giocate, soprattutto in un calcio in cui la figura del freddo finalizzatore sta pian piano scomparendo, e di essere un po’ meno insofferente in campo nei momenti di difficoltà.

Un po’ di fiducia in più, e di riflesso in chi in lui ha creduto, come Walter Sabatini che ha battuto una ferrea concorrenza per portarlo a Trigoria, anche da parte dell'allenatore (Garcia non lo ha mai schierato titolare per due volte consecutive in questa stagione, Conte lo ha prima considerato una riserva di una Nazionale che ha segnato complessivamente tre gol, di cui due con Chiellini, difensore centrale, alle non trascendentali Azerbaijan e Malta, poi gli ha negato la convocazione per l'impegno contro la Croazia di domenica e quello amichevole con l'Albania di martedì) certamente lo aiuterà e aiuterà la Roma a raggiungere i traguardi prefissati, già a partire dalla ripresa a Bergamo, dove, con Totti squalificato, probabilmente toccherà a lui reggere il peso dell’attacco


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