Due piccioni con una fava
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci
La presentazione di Paulo Dybala ai tifosi ha fatto il giro del mondo. Marca l’ha addirittura definita la “presentazione più emozionante della storia della Serie A”. Indubbiamente, è stato un modo per avvicinare ancor di più la squadra alla gente per far sentire tutti i tifosi più coinvolti, più partecipi di questo momento di successo del club.
PASSIONE - Può esserci stato, però, un altro intento, un altro scopo: far sentire Dybala amato come non lo è stato sicuramente nel corso degli ultimi mesi. L’argentino è stato descritto spesso in questi giorni come un calciatore che ha bisogno di una piazza calda, di affetto, del calore argentino (o anche palermitano) per rendere al meglio. Ci sono quei calciatori che, per carattere, hanno bisogno di sentire la carne viva, la passione che arde e incendia l’atmosfera. D’altronde, lo stesso Dybala in conferenza si era detto curioso di vedere cosa sarebbe successo la sera. Mai avrebbe immaginato un’accoglienza simile e non siamo noi a dirlo ma lo sguardo, gli occhi, del calciatore una volta uscito dal palazzo dell’EUR. Occhi lucidi, increduli, che parlavano più di quanto la bocca riuscisse a fare. Con le parole, si può dire qualsiasi cosa. Con gli occhi, si dice solo la verità e lo sguardo di Dybala è lo sguardo di chi non si capacita di cosa gli stia accadendo. Ricorda, vagamente, José Mourinho che, appena arrivato a Roma, si sorprese per l’affetto della gente, dicendo che ancora “non aveva fatto nulla per meritare questo amore”. Lo starà pensando, probabilmente, anche Dybala e chissà che ora non sia ancora più motivato, non si senta ancora più coinvolto nel progetto. E chissà se la presentazione in grande stile non sia servita anche a questo.