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Due settimane per capire le ambizioni della Roma

di Alessandro Carducci
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci

La Roma ha battuto il Parma con una facilità disarmante. A parte le difficoltà del club emiliano, i giallorossi sono usciti dall’Olimpico con la certezza di avere un’identità ben definita. Una vittoria può venire casualmente o meno ma l’identità e la capacità di giocare a memoria sono le cose più difficili da ottenere per un allenatore. Fonseca a fine gara ha sottolineato, con soddisfazione, che la sua Roma gioca alla stessa maniera a prescindere dagli interpreti e dagli eventuali assenti, pur pesanti come Edin Dzeko.
I capitolini hanno dovuto fare a meno di Smalling, Fazio, Kumbulla, Santon, Pellegrini, Zaniolo, Pastore e Dzeko (quasi una squadra intera) ma non se n’è accorto nessuno.  È il segno che la squadra ha introiettato il gioco del tecnico portoghese, l’ha digerito, metabolizzato e fatto suo. In questo contesto, le caratteristiche dei singoli vengono esaltate e stiamo così iniziando a scoprire Karsdorp, stiamo ammirando la personalità e la qualità di Villar, la bravura di Ibanez, oltre ad essere ammaliati dagli scambi tra Mkhitaryan e Pedro.  

AMBIZIONI - Se già nei giorni scorsi più di qualcuno ha iniziato a mormorare la parola scudetto, adesso quel sussurro diventerà sempre più forte e sempre più ingombrante. Una nuova sfida per Fonseca, che dovrà indossare l’elmetto da pompiere e spegnere qualsiasi tipo di entusiasmo, isolando la squadra da un ambiente che tende a incendiarsi con molta facilità. Le prossime due gare di campionato vedranno la Roma affronterà Napoli e Sassuolo e poi potremo capire che ambizione potranno avere i capitolini.


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