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Dzeko, il non-giovane

di Gabriele Chiocchio
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio

Un anno fa, di questi tempi, la preoccupazione principale della Roma era il gol: segnare sembrava un’impresa impossibile, sia per problemi di finalizzazione che di manovra, con gli avversari di turno che spesso e volentieri riuscivano a proteggere la loro porta semplicemente chiudendo gli spazi negli ultimi metri. Adesso, questo è un problema parzialmente risolto: i giallorossi hanno segnato almeno due gol in sei delle ultime sette partite di campionato (la settima è la trasferta di Torino contro la Juventus…) e li hanno segnati un po’ in tutte le maniere. Qualità, quantità e varietà, soprattutto di marcatori: in questa ministriscia sono ben 9, con una sola rete segnata da un centravanti, vale a dire quella realizzata da Patrik Schick contro il Sassuolo. All’appello manca un certo Edin Džeko, e non solo in quest’ultimo periodo, condizionato dall’infortunio muscolare patito qualche settimana fa, ed è un paradosso se pensiamo che il bosniaco è uno dei giocatori più esperti e maturi del gruppo e che, quindi, dovrebbe rappresentare una certezza rispetto al rendimento fisiologicamente ondivago dei diversi elementi di giovane età inseriti nel roster. Oltretutto, Džeko viene trattato dall’allenatore con più che profondo rispetto, se così lo si può chiamare, ed è stato preferito a Schick (che pure, generalmente, non ha brillato in questo anno e mezzo di permanenza a Roma, ma che resta un investimento da far fruttare, per età, cifra spesa e quant’altro) anche in occasioni in cui la logica e un po’ di psicologia (rigorosamente spicciola) avrebbero suggerito altro. Un trattamento da non-giovane, che ha comunque un suo fondamento, giacché la storia, romanista e non, di Džeko racconta che il bosniaco rende di più quando non messo in discussione. Sembra essere però arrivato un punto in cui i dubbi potrebbero far meglio delle (non) certezze: più che un margine di miglioramento, recuperare il proprio centravanti titolare è una necessità da cui non si può prescindere per massimizzare le possibilità di centrare il vitale obiettivo del quarto posto.


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