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Equilibrio. In campo e fuori

di Gabriele Chiocchio
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio

Da una settimana è iniziato il nuovo corso della Roma: formalmente ancora non è cambiato nulla, in attesa del closing che si perfezionerà a partire dalla prossima settimana, e la curiosità più grande verte proprio su quello che cambierà rispetto al passato. Chi sarà il nuovo DS? L’allenatore sarà confermato? Cosa accadrà sul piano delle strategie? Domande le cui risposte dovremo attendere ancora per un po’, seppur non per molto tempo, visto che tra circa un mese già si ripartirà con la prossima stagione. Di più ce ne vorrà per prendere una strada e mantenerla: è impossibile pensare che pronti-via tutto ciò che è stato fatto male sarà sistemato e che tutto ciò che è stato fatto bene sarà mantenuto. Ci sarà una gradualità determinata, prima di tutto, dai numeri: una nuova proprietà non significa una nuova Roma dal punto di vista dei conti, che restano problematici (e nonostante i quali al club è stata data da chi lo ha acquistato una valutazione di 549 milioni) e che renderanno i movimenti sul mercato romanista non così liberi ancora per un (bel) po’. Non è un caso che non si sia fatto dietrofront su un affare a parametro (quasi, avverbio da aggiungere sempre quando si parla di queste operazioni) zero agevolato dal Decreto Crescita come l’arrivo di Pedro e non è un caso che si parli ancora di scambi più che di acquisti liquidi. L’imperativo è ottimizzare le risorse a disposizione e la prima mossa di chi arriva dovrà essere farlo meglio di chi sta andando via: la Roma, in questi anni, non ha mai lesinato spese, ma spesso - come altrettanto spesso è stato detto - lo ha fatto in una maniera tra il superficiale e l’incosciente, mettendosi dentro costi con probabilità tra il medio e il basso di una resa commisurata a tale impegno. Solo una volta tornati nei binari giusti, la Roma sarà in grado di riavvicinare nuovamente le posizioni di vertice e di reinnescare il circolo virtuoso che l’aveva tenuta più che in alto per diverse stagioni. Anche perché in una Serie A come quella attuale non serve chissà cosa per ottenere buoni risultati: con un po’ di equilibrio, anche squadre che in Europa faticano, dentro il nostro giardinetto possono fare bene. Equilibrio in campo, ma soprattutto fuori: ecco il primo obiettivo da raggiungere per la nuova proprietà.


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