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Finisce il girone d'andata con un rimpianto, ma il cammino intrapreso è quello di una squadra in crescendo

di Luca d'Alessandro
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro

L'occasione era di quelle ghiotte. La Roma poteva recuperare ben 5 punti a un'Atalanta in calo in appena qualche giorno ed andare alla sosta rilanciandosi anche per la Champions. Invece, all'Olimpico, a festeggiare è la Sampdoria. Al triplice fischio di Giacomelli si sente che allo stadio manchi qualcosa, c'è stato un periodo di uno strano silenzio a riempire il vuoto di "Grazie Roma" che di solito viene suonata dopo una vittoria. Un pareggio che sa di peccato originale, quello della mancata continuità nei momenti che possono dare l'ulteriore spinta in classifica. Continuità anche dal punto di vista dell'integrità della squadra, visto che dopo pochi attimi del secondo tempo, Mourinho ha perso quel Tammy Abraham che a suon di doppiette stava facendo risorgere il club. C'è stato un momento in cui chi ha visto il match ha potuto anche pensare che la fortuna fosse dalla parte dei giallorossi visto il palo interno di Candreva e il gol di Shomurodov, dopo un primo tiro rimpallato. Invece, no, con un gol subito che è una somma di tanti errori, progressivi, in un effetto domino che stronca le gambe e smorza gli umori.

Adesso arriva la sosta, con la squadra che tornerà ad allenarsi il 30 dicembre per preparare al meglio la partita contro il Milan del 6 gennaio. Resta il rimpianto per la mancata vittoria, ma bisogna comunque sottolineare come in quest'ultimo ciclo di partite la Roma, cambiando modulo e sperimentando situazioni tecnico-tattiche diverse, abbia ottenuto 13 punti in 7 partite, migliorando nettamente il rendimento estremamente negativo di ottobre-inizio novembre. 


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