Fonseca messo in discussione, si continua a non imparare dai propri errori
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci
Chi sussurra il nome di Sarri, chi quello di Pochettino, chi quello di De Rossi (che deve però ancora fare il corso per prendere il patentino da allenatore) e chi, infine, dice che Fonseca è giusto tenerlo per mancanza di tempo per cercare un’alternativa.
No, Fonseca è giusto tenerlo perché non si può cambiare allenatore ogni cinque minuti. Abbiamo spesso ripetuto come sia deleterio cambiare così tanti giocatori ogni anno e la Roma, oltre alla rosa, nell’ultimo decennio ha defenestrato anche tanti allenatori e dirigenti, come se Trigoria avesse le stesse porte girevoli di un Hotel, tramite le quali entrare e uscire continuamente. Una confusione totale.
Torniamo agli allenatori: nell’ultimo decennio sono cambiate 9 volte le panchine giallorosse. Si inizia da Ranieri per poi passare a Montella e poi, con il cambio di proprietà, a Luis Enrique. L’esperienza dello spagnolo risulta essere fallimentare e, l’anno successivo, arriva Zeman, esonerato per chiamare Andreazzoli, che termina l’anno con la sconfitta nel famigerato derby di Coppa Italia. Poco male, basta cambiare allenatore. E allora ecco Rudi Garcia, che inizia con 10 vittorie consecutive e fa sognare i tifosi. Si mette di traverso la Juventus con una tonnellata di punti fatti e lo scudetto rimane a Torino. La gestione Garcia è comunque la più lunga e dura, addirittura, ben due stagioni e mezzo. Poi ricomincia la frenetica corsa all’uomo giusto: arriva Spalletti e rimane un anno e mezzo, logorato dall’affaire Totti. Giunge Di Francesco, che sfiora un’impresa storica ma l’anno dopo non si ripete e quindi viene cacciato via. Torna Ranieri e rimane a Trigoria fino a giugno. Arriva, quindi, Fonseca che termina in quinta posizione un anno segnato dall’emergenza COVID-19 e dal cambio societario che, come accade sempre, distrae e deconcentra l'ambiente.
Il portoghese non ha fatto benissimo ma nemmeno così male. Ferguson ci mise 3 anni e mezzo a vincere qualcosa con il Manchester United. Capello, appena sbarcato a Roma, arrivò sesto in campionato e fu sbattuto fuori agli ottavi di Coppa Uefa. L'anno dopo vinse lo scudetto. Più prosaicamente, il Napoli di Sarri che ha incantato l’Italia e lottato con la Juve per il titolo non sarebbe mai nato se i campani avessero cacciato l’allenatore dopo le prime, deludenti, partite.
Ovviamente, non si vuole dire che Fonseca l’anno prossimo vincerà lo scudetto (a meno che la Roma non compri altri Samuel, Emerson e Batistuta ma l’aria non è quella) ma non si può nemmeno fare una scorpacciata di allenatori, divorandoli e dirigendoli senza nemmeno avere il tempo di assaporarli.
Qui a Roma, ultimamente, funziona così: cambiano dirigenti, allenatori e giocatori e non si vince nulla. Magari occorre pazienza, meno frenesia e più prudenza nei giudizi. Almeno per il brivido di provare una cosa nuova: la continuità.