Gli episodi non sono tutto. Ma contano
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Nell’ultimo editoriale abbiamo parlato di quel principio di dualità, di quelle opinioni inderogabilmente polarizzate quando si tratta di Roma (e non solo). Tra i vari partiti di questa stagione, c’è quello di coloro che preferiscono focalizzarsi sui problemi tecnico-tattici della squadra, che si scontra con quello di chi preferisce porre più attenzione agli episodi, leggi errori arbitrali, che hanno modificato gli esiti delle ultime gare della squadra di Mourinho.
Non è in discussione, e non può esserlo, il fatto che all’interno della Roma si possa lavorare solamente su cose che si possono controllare. L’arbitro non è (o, almeno, non lo è tendenzialmente) una di queste, per cui ogni secondo passato a recriminare sugli sbagli dei direttori di gara e non a sistemare cose che sono andate male è un secondo perso. Da fuori, però, l’analisi può e deve essere più completa, specie se si pensa allo sport di cui si sta parlando. Il calcio è un gioco a punteggio basso (uno dei pochi in cui si può fare 0-0, per esempio), e ogni episodio, al di là della sua natura, può modificare il risultato delle partite.
Diventa dunque un errore uguale al suo opposto quello di non considerare nella valutazione del rendimento di una qualsasi squadra gli episodi che essa ha dovuto subire o di cui ha potuto usufruire. L’ultima Roma che ha conquistato un piazzamento Champions League, quella della stagione 2017-2018, aveva un allenatore la cui intenzione era quella di creare un collettivo funzionale, ma senza una serie di punti conquistati in partite in cui quel collettivo non ha girato ma gli episodi sono stati favorevoli e non con contrari (facendo un rapido elenco: contro Atalanta, Torino, Cagliari) non avrebbe mai ottenuto quell’obiettivo.
La Roma di questa stagione ha certamente ottenuto qualche punto grazie agli episodi, come nel caso della partita contro il Sassuolo; ne ha persi molti più per lo stesso motivo, e sono i punti che a fine stagione possono fare la differenza, perché magari i giallorossi cominceranno a giocare bene e a ottenere punti anche contro gli episodi arbitrali come qualcuno pretende, ma mancheranno di quella scorta di cui ogni squadra ha bisogno per raggiungere i suoi obiettivi e tutto sarà reso vano. Tutto conta: mai in questo caso polarizzare le posizioni è un esercizio errato.