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Gli errori di Di Francesco

di Alessandro Carducci
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci

Il dubbio è se siano stati più inquietanti i cambi o le dichiarazioni post partita.
Un dubbio che, forse, è meglio non sciogliere perché la situazione, da qualunque angolo la si guardi, è grottesca.
Eusebio Di Francesco ha sbagliato i cambi, consegnandosi anima e corpo a un Cagliari che, senza i suoi 3 pilastri (Pavoletti, Barella e Castro), non aveva quasi mai impensierito la Roma.
Una Roma che aveva controllato con agilità il match fino a un quarto d’ora dalla fine.
Di Francesco aveva pochissime scelte, va detto, ma fare quei cambi ha dato un chiaro segnale ai sardi: “Provateci, su, che tanto noi ci chiudiamo”.
I giocatori sono come spugne e assorbono qualsiasi input.
La squadra di Maran ha così preso coraggio fino all’atto finale, che avrebbe fatto strabuzzare gli occhi anche a Kafka.
Si arriva così alle dichiarazioni post partita, rilasciate subito a una nota tv nazionale. Minuti interi trascorsi a giustificare le proprie scelte, spostando l’attenzione sul fatto che non è possibile prendere gol del genere e sprecare così tante occasioni (un saluto caloroso a Schick). Al termine dell’intervista, la chiosa: “Ma sono l’allenatore e quindi mi prendo la responsabilità”. Parole che non arrivano al cuore della gente, parole che dopo aver ragionato della colpa dei calciatori e delle ragioni delle sue scelte, appaiono svuotate di ogni sostanza, pur corrette nella forma.
Che i giocatori abbiano delle grosse responsabilità è palese ma l’allenatore, in quanto capitano della nave che sta imbarcando acqua, deve rimanere saldo sul ponte di comando, sentendosi responsabile intimamente e al livello viscerale. 
Altrimenti tutto è perduto.


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